Prodotti senza olio di palma: buoni davvero?

Dopo la campagna denigratoria, non completamente veritiera, contro l’olio di palma (leggi qui per saperne di più), al supermercato la dicitura “senza olio di palma” è ormai ovunque: resiste solo la Nutella, che ha anche spiegato il motivo per cui continua a usare questo olio (leggi qui l‘articolo di Wired), mentre gli scaffali sono pieni di biscotti, merendine, snack con la scritta “senza olio di palma” sulla confezione, spesso in primo piano.
Moltissime persone hanno accolto la nascita di questi prodotti senza olio di palma come una buona notizia: ok, ma lo è davvero?
Con quali oli hanno sostituito l’olio di palma?
Sono due le cose da considerare a mio avviso per non cadere trappola di scelte alimentari peggiori delle versioni precedenti con olio di palma. Ovvero:
il contenuto di acidi grassi omega 6, soprattutto quelli infiammatori: non tutti gli acidi grassi polinsaturi nascono infatti uguali; alcuni sono essenziali (LA/ALA), altri no. Alcuni riducono il colesterolo, altri aumentano il rischio di infiammazione e anche di malattie cardiovascolari (per esempio l’acido arachidonico, AA).
Inoltre più il rapporto tra grassi omega 6 e omega 3 (ambedue polinsaturi) non deve mai essere troppo alto per il primo. Per avere una salute ottimale, questo rapporto dovrebbe essere di 5:1. Il problema è che nell’alimentazione occidentale, il rapporto è sbilanciato a 15:1, 16:1 o addirittura 18:1. Il motivo è semplice: dagli snack ai biscotti alla carne d’allevamento intensivo, molti alimenti che consumiamo hanno troppi omega 6 e pochi omega 3. Se facciamo uso di biscotti, snack e prodotti da forno industriali, è importante controllare che olio viene usato al posto dell’olio di palma (prevalentemente saturo). Girasole normale, mais, soia e cartamo sono per esempio olii molto ricchi di omega 6. Un po’ meglio il rapporto omega6/omega3 dell’olio di canola. Un’altra buona scelta sono i grassi monoinsaturi: olio di oliva e olio di girasole alto oleico. Quest’ultimo ha anche un buon punto di fumo.
– l’instabilità dei grassi: i grassi saturi tendono a irrancidire meno di quelli polisanturi, dunque sono meno soggetti all’azione dei radicali liberi. L’irrancidimento ossidativo è un processo che porta a un’alterazione della materia grassa per via di luce, calore, esposizione all’aria. Chiaramente, nulla sappiamo del momento che precede il posizionamento dei prodotti al supermercato: come vengono trasportati e precedentemente trattati. Anche per questo motivo, è meglio preferire in assenza di olio di palma, prodotti con olio di girasole alto oleico o altamente oleico. Bene (anche se con moderazione) altre fonti di grassi saturi in sostituzione, come olio di cocco/burro.

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