Chirurgia plastica all’estero: vince il turismo medico

turismo_medicoSe vi capita di andare in aereo, non stupitevi che nella rivista che sfoglierete a bordo si parli di viaggi all inclusive per rifarsi i denti, il naso o il lifting al viso. La chirurgia plastica all’estero è da alcuni anni la nuova frontiera del turismo: in un pacchetto unico ci si trova con volo e trasferimento alla clinica, intervento fissato, giorno di osservazione e ritorno in patria. I prezzi? Molto più accessibili di quelli in patria, e non solo per gli italiani. In pratica è una chirurgia low cost.

Anche francesi, inglesi e tedeschi volano per farsi il ritocchino nella breve trasferta.
Gli interventi più gettonati sono quelli meno invasivi: interventi con il filler, ad esempio, blefaroplastica, lifting facciale, interventi dentistici. I Paesi più gettonati sono, manco a farlo apposta, i più poveri: paesi dell’est Europa come la Polonia o l’Ungheria, o il Nord Africa, ad esempio in Tunisia.

L’intervento a metà prezzo o scontato si trova anche un po’ più lontano, ad esempio in Thailandia o in Sud America.
Ma quali sono i rischi della chirurgia plastica all’estero? Innanzitutto, non vi è certezza di procedure igieniche adeguate. Rischi di epatite e altre malattie sono dietro l’angolo, se l’igiene non è documentata. Secondo, non vi è certezza di professionalità e di un ambiente sanitario adeguato. A quale professionista vi state affidando? Cosa accadrà in caso di complicazioni?
E cosa e quanto sborserete per correre ai ripari, qualora l’intervento non andasse come sperato?
E’ per questo che il turismo chirurgico è sconsigliabile: la chirurgia all’estero e low cost potrà anche costare la metà, ma la salute non ha prezzo.

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