Quali sono i vantaggi di una dieta a basso indice glicemico?

Dopo aver avuto modo di confrontarmi con lettori che venivano allarmati sulle conseguenze di una dieta ad alto indice glicemico, mi trovo costretta a scrivere questo articolo sulla dieta a basso indice glicemico. Vorrei sottolineare i casi in cui è vantaggiosa e i casi in cui invece è assolutamente inutile essere troppo fiscali.

DIETA A BASSO INDICE GLICEMICO: A CHI È ADATTA

  • Una dieta a basso indice glicemico è adatta a tutte quelle persone che mangiano in modo disordinato, finendo però per non saziarsi e mangiare più del normale.

    Sapere che pane bianco, gallette di riso e biscotti confezionati, merendine e dolci non sono il massimo per saziarsi mentre cibi integrali e cibi naturali saziano molto più a lungo è ovviamente utile per tenere sotto controllo il peso e per fare pasti più frugali, cioè semplici.

  • Una dieta a basso indice glicemico è adatta anche a tutte quelle persone che non hanno una buona sensibilità insulinica.

    Proprio perché la maggior parte dei cibi si tratta di alimenti con un contenuto maggiore di fibre.

  • Al tempo stesso, non è detto che una dieta ad alto indice glicemico causi il diabete o l’insulino resistenza.

    Tutto dipende dal tipo di alimenti ad alto indice glicemico che consumiamo, cioè dalla loro qualità.
    Se sono ricchi di zuccheri semplici come nella maggior parte dei prodotti industriali, fare una dieta a basso indice glicemico chiaramente porta a ridurre il quantitativo totale di cibi ad alta densità calorica e ad alta densità di zuccheri al tempo stesso.

  • Una dieta a basso indice glicemico è adatta a chi soffre di ipoglicemia.

    In questo caso, agire su come la glicemia e l’insulina si alzano nel periodo postprandiale è risultato una discriminante significativa per i pazienti ipoglicemici e per chi in generale deve evitare cali insulinici drastici.
    Vediamo come comportarci in termini pratici. (segue a pagina due)

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