Dieta dell’uva? Ma anche no

uvadietaSapete quelle diete che vi consiglio sempre di non fare mai? Le diete monotematiche. Quella del carciofo sottolio, della rapa brizzolata, della pera albina. Quella che devi mangiare solo rape brizzolate o pere albine in tutti gli spuntini, a fine pasto, a colazione, prima di andare a letto, se possibile  ti ci devi fare i gargarismi per sfruttare appieno l’effetto detox.
Diete inutili, utili appena a riempire le pagine web o di carta di alcune riviste, riempitivi. Tra questa la dieta dell’uva, frutto a medio-alto indice glicemico, di cui dovremmo sfruttare, a sentire chi ce la raccomanda “le virtù diuretiche e purganti del frutto”. Mica vero. Alcuni tipi di uva hanno una buccia che sembra essere impermeabile, ma quello di plastica, l’anti-pioggia insomma. Altri hanno dei semi così resistenti che ti fanno proprio dimenticare di andare in bagno. Ma ovviamente queste cose, vere, non si dicono. Secondo la dieta dell’uva, occorre o mangiare uva per almeno tre giorni senza toccare altro alimento (versione drastica), o mangiare uva a colazione, spuntino e dopo i pasti, per un totale di due/tre chili di uva, con un carico glicemico maggiore di una bella spaghettata con il tonno (versione inutile).
Scherzi a parte, ecco tutte le controindicazioni della dieta dell’uva.
– L’uva non ha un alto potere saziante. L’uva “pesa” per via della sua acqua e non ha un indice di sazietà elevato. Uno spuntino a base di uva, come di un piccolo grappolo, pesa non meno di 250 grammi. Cioè, uno snack da 150 calorie, l’equivalente di tre yogurt magri o due uova sode medie e una bella prugna. Il problema è che non sazia. Vi fa fare una pipì e poi vi torna la fame.
– L’uva non ha un basso indice glicemico: secondo la dieta dell’uva, a fine giornata vi ritrovate a mangiarne non meno di uno/due chili. E’ vero che è diuretica, tendenzialmente, e sgonfiante, ma è pur vero che quello che vi rimane dopo la pipì è lo zucchero dell’uva. Che se non bruciato si converte in grasso. Peggio me sento con il centrifugato d’uva: succhi e centrifugati a base di frutta hanno un indice glicemico più elevato del frutto intero.
– L’uva è frutta, però non è ipocalorica: per essere frutta, l’uva non è certo ipocalorica. Se un grappolo ha in media 150 calorie, 4/5 grappoli vi offrono in tutto 700 calorie. Il resto della dieta per essere ipocalorica su cosa si basa? Con 700 calorie al giorno che potrete mai mangiare di soddisfacente?
– L’uva fa venire fame: non saziando e stimolando la diuresi, l’uva fa venire più fame. Al termine della dieta vi mangereste il tappetino del bagno. Perché mai soffrire così?
– L’uva ha tante proprietà, ma non per tutti: non sto dicendo che non dovete fare uva, ma che è sbagliato esagerare. Chi soffre già di iperglicemia (diabetici) e di trigliceridi alti non può mangiare frutta zuccherina, tra cui appunto l’uva. Chi ha già problemi di digestioni e non digerisce bene le fibre dovrebbe mangiarla senza pelle e senza semi. Un po’ difficile se poi te la devi pappare cinque o sei volte al giorno o addirittura devi mangiare solo uva per tutto il giorno. Sconsigliata anche agli ipotesi.
Inoltre, il fatto che l’uva abbia tante proprietà non significa che dobbiamo ingozzarci. Se facessimo una dieta varia, la frutta zuccherina così come quella acida sarebbero già presenti a sufficienza nella nostra dieta. E’ il limite delle diete monoalimentari, far credere che mangiando tanto di una sola cosa se ne amplificano gli effetti.