Dieta detox, dieta clean e dieta sana: quando è troppo?

Vi ho già parlato a profusione di diete detox, clean eating e alimentazione sana: in particolare, se tutti avete un’idea di dieta sana e di diete detox, la dieta clean o clean eating è un concetto che in Italia si è ancora sviluppato poco, e che soprattutto all’estero invece ha prodotto fenomeni che sono diventati casi editoriali e mediatici, come Deliciously Ella. Allo stesso tempo però si allargano le fila di ex clean eaters pentite: donne, soprattutto, che dall’idea della dieta clean e della dieta detox sono arrivate a sviluppare un disturbo alimentare noto come ortoressia (fonte).

Sia il concetto di dieta detox che quello di dieta clean infatti sono termini che presuppongo l’esistenza di cibi sbagliati:  cibi da cui occorre disintossicarsi. La dieta clean infatti è letteralmente un mangiare “pulito” che presuppone dunque che esista un mangiare sporco. Il rischio è che le persone, più che alimentarsi meglio, finiscano per demonizzare certi cibi.
Cibi che possono causare infiammazione, possono intossicarci in qualche modo.

Un conto è cercare di seguire una dieta sana per sommi capi: mangiare più frutta e verdura, limitare il consumo di prodotti industriali e ritagliarsi più tempo per cucinare qualcosa di genuino, o fare un po’ più caso alle etichette. Altra cosa salutare è limitare il cosiddetto junk food (altro termine improprio: cibo spazzatura) a una o due occasioni a settimana.
Ma questi provvedimenti salutari sono normali nel momento in cui non ci spingono a considerare il cibo come un nemico, e noi come dei detective a caccia del cibo sano.

Le persone schiave del mangiar sano, finiscono infatti per:
– limitare le uscite e la compagnia di persone che non mangiano al loro stesso modo
– finire per eliminare troppi alimenti senza neanche consultare il proprio medico curante (né essere sicuri di avere fatto i giusti accertamenti per rilevare delle intolleranze)
– finire per sviluppare una ossessione verso il cibo, con conseguenti problemi di stress e infelicità.

Insomma: un conto è provare a fare un’alimentazione sana, provare a moderarsi, avere uno stile di vita migliore.
Un altro è diventare rigidi e farsene una malattia.