Fame nervosa e dieta: il ciclo perverso

Oggi parliamo di problema che mi sottoponete in tantissimi, ovvero parliamo di fame nervosa e di come quest’ultima sia spesso associata alla dieta, in pratica ovvero sia uno spiacevole  effetto collaterale della restrizione calorica o di alimenti.
Cosa vuol dire restrizione di alimenti? Vuol dire che anche quando non facciamo una dieta ipocalorica in senso stretto, ma per esempio facciamo una low carb, quindi riduciamo o eliminiamo i carboidrati dalla dieta, possiamo soffrire di fame nervosa anche quando in teoria stiamo mangiando di più rispetto a una normale ipocalorica.

Distinguiamo due tipi di fame nervosa: uno stadio normale in cui abbiamo voglia di sgarrare dopo  qualche settimana che siamo a dieta e ci capita di cedere a qualche peccato di gola.
E uno stadio un po’ più serio, in cui oltre alla fame nervosa ci rendiamo conto di stare sviluppando una vera ossessione per il cibo: pensiamo al cibo in continuazione, sia per la programmazione dei pasti che  per le ricette, ci interessiamo un po’ troppo alla cucina, abbiamo voglie di ogni tipo, sia dolci che salate, e quando iniziamo a sgarrare non riusciamo a fermarci facilmente
(qui un approfondimento sui segnali di dipendenza da cibo).

Nel primo caso, la situazione è ancora gestibile pur rimanendo a dieta: avere voglia di sgarrare dopo qualche settimana di dieta è normalissimo, e a questo punto per evitare di farsene una malattia è opportuno giocare d’astuzia. Per esempio provando a programmare degli sgarri anche due volte a settimana, sotto forma di due pasti liberi: quindi una pizza fuori la domenica e un dolce il giovedì, mentre il resto dei pasti sarà quello della dieta. Altrimenti provando a farsi dei dolci o qualche sfizio
con alimenti ipocalorici: per esempio un budino al cacao con albume, farina di riso e cacao, uno yogurt magro con dello sciroppo ipocalorico, eccetera. Su internet trovate tantissime ricette facili da realizzare che vi  possono permettere degli sfizi senza sgarrare davvero. Vediamo cosa succede nel secondo caso. (SEGUE A PAGINA DUE)