Latte di soia e tofu ci fanno male?

soiettaNe avevo già parlato in un precedente articolo, in cui spiegavo per quale motivo il consumo della “nostra soia” è differente dal consumo che gli orientali fanno dalla “loro” soia, e nel nostro caso è un consumo pericoloso, legato all’abbassamento del metabolismo e a problemi ormonali proprio a causa di un eccesso di estrogeno che un’alimentazione a base di soia favorirebbe. Ora ho scoperto che su questo argomento è stato scritto in maniera molto approfondita un libro, The Whole Soy Story, della dottoressa Daniel, che dal 2005 manda avanti una lotta perché i benefici della soia, soprattutto di natura cardiovascolare, vengano ridimensionati alla luce della qualità della soia che arriva davvero sulle nostre tavole.

TOFU E LATTE DI SOIA OCCIDENTALI VS. ORIENTALI: QUAL E’ LA DIFFERENZA?
Moltissime persone che consumano tofu e latte di soia in alternativa ai prodotti animali, pensano che le proteine vegetali, di qualunque tipo siano, sono sicuramente e sempre meglio delle proteine animali, di qualcunque tipo siano. Ahimè non è esattamente così, ma non voglio divagarmi su questo punto. Altro luogo comune è che, se gli Orientali mangiando ogni giorno soia e prodotti della soia e stanno benissimo, per quale motivo noi non possiamo mangiarne? Insomma, tofu, latte di soia e altri prodotti della soia non sono forse un cibo salutare? Il problema è a monte. Esiste infatti una sostanziale differenza tra la soia e i suoi derivati che consumiamo noi e quella che consumano gli asiatici: i prodotti della soia occidentali sono ottenuti dalle proteine della soia, a cui industrialmente viene tolto l’olio. La soia inoltre non sarebbe integrale, ma raffinata, e ancora prima di essere lavorata, non subirebbe alcun passaggio per ripulirla dagli antinutrienti e dalle sostanze tossiche. In Oriente non solo si consuma la soia integrale, ma questa viene trattata, insaporita e in alcune preparazioni fermentata. La fermentazione è un passaggio cruciale per ridurre gli antinutrienti e favorire invece i microrganismi benefici di un alimento, e questo è particolarmente vero nel caso della soia: il tofu fermentato o sotto conserva (che non troviamo neanche nel biologico), il tempeh, il natto (altro prodotto ottimo per il nostro intestino, anche se non particolarmente allettante, e introvabile da noi), la salsa di soia fermentata e la soia fermentata sono prodotti diversissimi rispetto ai loro sbiaditi parenti occidentali.
Il tempeh, nato in Indonesia, è il cibo a base di soia più consumato agli indonesiani: segue il tofu, mentre scarsissimo è l’uso di latte di soia. Il tofu viene spesso cotto, insaporito con aceti, erbe aromatiche, pasta fermentata di pesce, salsa di soia fermentata, spezie. Se il tofu non è fermentato, l’abbinamento con salse fermentate, alghe, spezie e intingoli vari riesce a “ovviare” ai pericoli del tofu nudo e crudo. Una cultura del tofu che noi non conosciamo minimamente fa sì che non possiamo davvero paragonare il nostro modo di mangiare tofu a quello degli orientali.
Se ne parla qui, qui, qui, qui e qui, volendo limitarmi alle fonti in italiano, altrimenti ci sono ovviamente le fonti in inglese.

LE CONSEGUENZE DEL CONSUMO DI LATTE DI SOIA, TOFU E ALTRI PRODOTTI DELLA SOIA NON TRATTATA
L’eccesso di estrogeni della nostra soia (fitoestrogeni), raffinata e non integrale, trattata ma non fermentata né associata a ingredienti che ne favoriscono l’assimilazione, potrebbe avere un impatto negativo sulla nostra salute
: abbassa il metabolismo perché agisce sulla tiroide, è una delle cause di sovrappeso dei vegetariani, causa problemi di sviluppo e pubertà precoce nei bambini, causa problemi di fertilità negli adulti, aumenta i rischi di neoplasie. Un’amara contraddizione per chi non assume proteine animali per questioni di salute! Inoltre tofu e compagnia non sono il cibo anticolesterolo che immaginiamo: in molti soggetti aumenta i livelli di omocisteina, favorendo le malattie cardiache.

Nel precedente articolo, facevo appunto il caso di mio marito, ex vegetariano, che nei 13 anni di vegetarianesimo fece un consumo massiccio di soia, in particolare nei primi due anni, sotto forma di spezzatini di soia, latte di soia e tofu. Ebbene, ingrassò, e gli si manifestarono delle alopecie sulla nuca e in altre zone del corpo: il problema sparì quando il dottore gli vietò di mangiare soia e derivati.

Trovo la stessa descrizione dei suoi sintomi in questo ragazzo vegetariano che commenta così il libro della dottoressa Daniel:
“I suffered from a compromised Thyroid due to my reliance on Tofu, Soy Milk, and phony burgers to get me through the day. I suffered doubly, from the poor palatability of the products, as well as their hidden hormones. The resulting Thyroid complications, flatulence, and loss of libido caused much unnecessary suffering. I have studied about Soy independently, being a Pharmaceutical chemist, so am somewhat familiar with some of the problems associated with the modern processed varieties”
Ovvero: ha sofferto di problemi di tiroide legati al consumo massiccio che faceva di tofu, latte di soia e burger vegetali, con altri effetti collaterali come flatulenza e perdita di libido. Avrebbe poi studiato da chimico farmaceutico i danni della soia, e si sarebbe trovato in linea con le ricerche della dottoressa.
Uno degli effetti del metabolismo basso riguarda la digestione: pancia gonfia e flatulenza, difficoltà digestive, tendenza a sviluppare sensibilità e allergie.
Stessa cosa per la libido e la fertilità.

Sì, ma i dati scientifici? Qualche studio? Ce ne sono molti: una importante meta-analisi stabilì che gli isoflavoni della soia non danno problemi ormonali negli uomini (sul testosterone, per esempio, e la fertilità), ma gli autori avvertono che ci si riferisce a un periodo di consumo inferiore ai sei mesi. La ricerca più completa è a parer mio questa del 2012, dove gli esperti affermano che, visti i risultati contrastanti delle precedenti ricerche, si attendevano nuovi studi che per esempio prendessero in considerazione campioni più ampi, facessero differenze tra i tipi di soia consumata, e soprattutto considerassero un periodo più lungo dei sei mesi.

Il mio consiglio è quindi di evitare ogni prodotto della soia che non sia integrale o fermentato o sotto conserva (se lo trovate), e se proprio amate la soia, di non mangiarla più di uno o due volte a settimana.

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