Le diete per dimagrire fanno male, ecco perché

maxresdefaultUn curioso post scritto dal personal trainer Scott Abel è apparso in questi giorni nel blog del ricercatore indipendente Matt Stone, 180degreehealth. E’ un blog che seguo, così come seguo Matt Stone, di cui ho letto due libri, Diet Recovery e Eat for Heat. In entrambi i libri si parlava di come le diete continue rallentassero il metabolismo e di come fare per avere un metabolismo veloce attraverso un’alimentazione appropriata e, sorpresa sorpresa, ipercalorica.
Ma torniamo all’articolo: Scott Abel dimostra con un esperimento fatto sui topi il motivo per cui le diete per dimagrire fanno male, e non vanno mai e poi mai fatte. Le diete per dimagrire, quelle che escludono un macronutriente o quelle ipocaloriche, causano in emtrambi i casi un “danno metabolico”. Negli ultimi tempi ho letto 4-5 libri sull’argomento e mi sono sorbita ben due seminari: non so per quale motivo all’estero stanno affrontando la cosa del danno metabolico da diete mentre in Italia dietologi e nutrizionisti continuano a darci diete ipocaloriche e continuano a proporre la dieta ipocalorica come l’unico modo per perdere peso.
Ahimè, così non è. Ecco cosa accade quando pensiamo di poter dimagrire con le diete.
Scott Abel per dimostrare che le diete per dimagrire fanno male chiama in causa un esperimento, illustrato in questo studio: Hepatic Response to a Very-Low-Energy-Diet and Refeeding in Rats”, American Journal of Clinical Nutrition, 1993.
I ricercatori dell’Università di Geneva hanno diviso i topi in 3 gruppi. Un gruppo era di stazza normale e non era mai stato sottoposto a restrizioni caloriche; un gruppo aveva seguito una dieta dimagrante per dieci giorni; il terzo gruppo era di topi normalmente magri.
Per i primi dieci giorni, i topi del gruppo 1 e 3 sono stati alimentati normalmente e con gli stessi cibi; i topi del gruppo 2 sono stati messi a dieta, mangiando il 50 per cento di meno degli altri. Alle fine dei dieci giorni, i topi del gruppo 2 erano magri come quelli del gruppo 3 (i magri naturali).
Dopo i dieci giorni, tutti e tre i gruppi hanno seguito una dieta normale per altri 25 giorni.
Qual è il gruppo di topi che ha preso peso secondo voi? Il gruppo 2. Nonostante i dieci giorni di dieta, alla fine dei 35 giorni, i topi del gruppo 2 erano ingrassati più di quanto pesavano inizialmente, mentre i topi del gruppo 1 e 3 avevano mantenuto il loro peso forma. In particolare, i loro chili in più erano per la maggior parte di grasso. Ora, se al posto dei topi pensassimo agli esseri umani avremmo lo stesso identico risultato. Ed è questo il motivo per cui al 95% di casi si reingrassa dopo una dieta dimagrante. Gli esperti chiamano questo fenomeno il bodyfat supercompensation accumulation (accumulo di grasso corporeo per supercompensazione).
C’è una sola grossa differenza tra “uomini e topi”: gli uomini continuano a provare diete dimagranti dopo essere reingrassati, e continuano perciò a perpetrare il loro danno metabolico. I topi ovviamente no. Dopo il fallimento della prima dieta, la gente ritenta e ritenta e ritenta, magari facendo anche più attività fisica (in genere un sacco di cardio), e rovinandosi il metabolismo a vita. La soluzione? Scott Abel non ne parla, ma io la conosco sulla mia pelle. Smettere di fare le diete per dimagrire. Paradossalmente, tenersi leggeri per 2 o 3 giorni (una dieta lampo) è meno dannoso che fare una dieta di settimane o mesi. Purtroppo, e anche questo lo dico per esperienza, la maggior parte delle persone che leggono questo blog è ancora convinta che fare le diete per dimagrire (o ammazzarsi di ginnastica o peggio, fare le diete e ammazzarsi di ginnastica) sia il metodo migliore per perdere peso, mentre la mossa più intelligente da fare è puntare a un perfetto stato di salute tramite la nutrizione, che deve essere abbondante e completa.

Chiudi il menu