Acqua in bottiglia: si fa dietrofont

La Commissione Europea rivede la direttiva sulle acque potabili.

Più trasparenza e accessibilità di informazioni per i cittadini sulle acque di rubinetto, da preferire all’acqua in bottiglia.

Anzi, precisamente la CE spiega che l’acqua in bottiglia va lasciata sugli scaffali dei supermercati, e quella del rubinetto va preferita ove possibile.

Soprattutto in Italia, che è uno dei Paesi che consuma di più l’acqua in bottiglia, con una media di 208 bottiglie pro capite annue, il doppio degli altri Paesi europei, nel dubbio che la famosa “acqua del sindaco” sia poco sana.

Un dubbio che in realtà è figlio di un retaggio culturale che oggi non ha più ragione di esistere.

Un tempo, le acque del rubinetto erano effettivamente poco sane, oggi non è più così da anni.
Questo non vuol dire obbligare il consumatore a evitare l’acqua in bottiglia.

Ma è bene che, se si hanno timori sulla salubrità dell’acqua di rubinetto della propria città, il consumatore possa informarsi adeguatamente prima di scegliere.

Ma cosa si cela dietro questo invito della Commissione a evitare l’acqua in bottiglia?

Si stima che preferire l’acqua del rubinetto porterebbe non solo le famiglie a risparmiare, di circa 600 milioni in tutta Europa, ma che da sola, questa cosa ridurrebbe l’impatto ambientale dei rifiuti da plastica.

Per fare questo, la Commissione Europea si impegna ad alzare ancora di più gli standard qualitativi dell’acqua di rubinetto.
Lo farà riducendo il rischio di contaminazione di agenti patogeni dal 4 all’1% secondo nuovi parametri, e risolvendo i problemi di scarsità di acqua potabile di alcune regioni.

La superiorità dell’acqua in bottiglia rispetto a quella del rubinetto era già stata sfatata da tempo.
Invito chi vuole a leggere questo articolo di Altroconsumo sull’argomento.

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