Bruciare i grassi mangiando grassi: The Big Fat Surprise

Nel libro, The Big Fat surprise, uscito nel 2014 e diventato subito un caso editoriale, la giornalista Nina Teicholz afferma che tutto ciò che sappiamo sulle diete è sbagliato.

Per dimagrire dobbiamo mangiare alimenti che contengono molti grassi ed escludere o quasi tutti i cibi che invece contengono i carboidrati. Secondo la Teicholz il segreto per dimagrire non è una dieta senza grassi, ma una dieta con i grassi.
Il sottotitolo del libro infatti cita: Perché burro, carne e formaggio dovrebbero fare parte di una dieta sana. 

Soprattutto le donne, che eliminano ogni alimento grasso dalla propria dieta, sbagliano usando questo approccio, con il risultato che anno dopo anno combattono con i chili di troppo. Dovrebbero imparare dagli uomini, spiega la giornalista, che in genere dei grassi se ne fregano, e mangiano, per paradosso, in modo più salutare e più giusto per perdere peso.

Sbaglia o ha ragione?
In questo articolo cercheremo di capirlo.

BRUCIARE I GRASSI MANGIANDO I GRASSI
THE BIG FAT SURPRISE

La Teicholz innanzitutto non è una dietologa, ma una giornalista.
Si è tuttavia letta per nove anni tutte le ricerche in ambito dietetico e nutrizionale per arrivare a scrivere che una dieta a base di grassi farebbe dimagrire e rimanere in salute.
Ma quali grassi? Quelli saturi.

Dunque sì a carne, burro, formaggi, uova.
No a oli di nessun tipo, semi oleosi, avocado, noci, margarina e compagnia bella. Per 60 anni, spiega la giornalista, abbiamo creduto che i grassi saturi fossero responsabili di malattie cardiovascolari, colesterolo alto, sovrappeso. Ma non esiste alcuna evidenza scientifica in merito. Sono state le università di Harvard, Cambridge e Berkeley a dimostrarlo con i loro studi recenti.
Questo, va detto per onore di cronaca, è vero.
Cioè è vero che negli ultimi anni sono usciti studi rigorosi su ampi campioni di partecipanti (in un caso si arriva a un milione) che smentiscono il nesso tra grassi saturi e malattie cardiovascolari.

Gli olii vegetali, inventati per il largo consumo a partire dal 1900, sono invece altamente instabili.
Anche qui la giornalista ha ragione. Chimicamente, i grassi saturi tendono a ossidarsi di meno: i mono e i polinsaturi, avendo più catene, tendono invece a irrancidirsi o a diventare instabili, quindi a sviluppare radicali liberi, in condizioni come eccessivo calore, luce o anche nel tempo.
Dal secolo scorso, tutti friggono in olii di semi. Il 90% dei prodotti presenti sugli scaffali dei supermercati ne contiene. Anche questo è vero.

Cosa invece è piuttosto fallace, nel libro?

  1. Per prima cosa il fatto di considerare i carboidrati tutti uguali.

    Non possiamo mettere sullo stesso piano il fruttosio contenuto nella frutta con lo sciroppo di mais delle caramelle o delle merendine o delle bevande. Perché nella frutta il fruttosio è presente in quantità minori, assieme a glucosio, vitamine, sali minerali, fibre e acqua e tantissime sostanze antiossidanti.
    La Teicholz afferma: Adesso sappiamo che una dieta con troppi carboidrati non è così salutare“, mettendosullo stesso piano i vegetali e la frutta con pasta, pane, pizza, biscotti.

  2. Secondo, la giornalista dice che la dieta ideale è composta per il 50-70% dai grassi, per il 30-20% dalle proteine e per il 20/10% dai carboidrati.

    Eppure, le popolazioni più longeve al mondo mangiano tutte alti quantitativi di carboidrati. Gli Okinawa ne mangiano il 70% come i Kitawans. Stessa cosa per gli Hazda. Tante calorie, ma soprattutto da radici, tuberi, legumi e frutta.

  3. La terza fallacia è quella che riguarda le donne

    La giornalista spiega che se le donne ingrassano più degli uomini è perché mangiano meno grasso. E non perché hanno una minore percentuale di massa magra, dunque un metabolismo più lento, ma perché mangiano meno grasso. Si sa, uomini e donne sono uguali.

Sì, ma le fonti? Da dove la Teicholz prende le evidenze scientifiche che come per il suo collega Taubes, dovrebbero farci evincere che i consigli dei nutrizionisti sono ed erano delle bufale? Da nessuna parte, ma fraintendendo alcuni dati: come è dimostrato qui. Tanto che 180 scienziati da tutto il mondo hanno protestato, scrivendo che i dati delle loro ricerche erano stati fraintesi e strumentalizzati.