Burger vegetali, perché NON comprarli

Quello dei burger vegetali è un vero e proprio business.

Che siano di legumi, di seitan o di tofu, i burger vegetali sono diventati un’alternativa facile alla cena di carne o pesce non solo per vegetariani e vegani, ma anche per chi vuole introdurre più proteine vegetali nell’ottica di un’alimentazione più sana e controllata.

Inoltre sono spesso sfiziosi, e mettono d’accordo tutti.

Possono essere un modo per proporre verdure e legumi ai bambini, per esempio.
Ma se negli ultimi anni i prodotti per i vegetariani e i vegani o i prodotti salutari e alternativi si sono ampliati, rimane il grosso problema per cui il consumatore viene ingannato due volte.

Da una parte, il ricorso a termini come vegetali o naturali viene visto sempre e comunque qualcosa di più salutare.

Dall’altro, c’è anche la presunzione di molti a credere che, se è vegetale, è sempre e comunque innocuo.
Questo è il frutto di una semplificazione mediatica massiccia e pericolosa, per cui se è di origine animale (al di là del discorso etico, si intende), farà male per forza, se è di origine vegetale fa senza dubbio bene.

Logica che va a sfaldarsi con un semplice esempio: anche la cicuta è vegetale.
Quindi fa bene?

Inoltre, altra grossa presunzione è quella di considerare tutti i frutti della Terra, sia quelli del mondo vegetale che quelli del mondo animale, come edibili e sicuri per l’uomo.
Quasi che l’uomo sia la specie sovrana per eccellenza, davanti a cui qualsiasi cosa deve essere trasformabile in cibo.

E così, nessuno pensa agli antinutrienti di legumi e cereali integrali, che prima di essere consumati andrebbero sempre trattati.
Nessuno pensa ai danni della soia non trattata, finendo per mangiare soia ogni giorno, con la conseguenza di un metabolismo più lento per i problemi che la soia non fermentata arreca alla tiroide (e qui non c’entra nulla che sia NO ogm).
E nessuno pensa all’eccesso di omega6, ovvero di acidi grassi polinsaturi che dall’olio di girasole a quello di arachidi sono presenti in molti prodotti vegan o vegetariani.
Ma veniamo appunto ai nostri burger vegetali.

BURGER VEGETALI: COSA HO TROVATO NELLE ETICHETTE

Prendo in esame 3 etichette di burger vegetali famosi che sono sugli scaffali dei nostri supermercati.
Ci trovo olio vegetale  o grassi vegetali (in generico, altrove è scritto olio di girasole), amido, farina, farina di frumento, soia in farina e in succo (ovvero i risultati i due lavorazioni industriali), verdure disidratate, dado vegetale, ovviamente sale, in alcuni casi c’è anche lo zucchero.
Perfetto, no?

Davvero un prodotto salutare.
Contiene soia trattata industrialmente oppure farine (ditemi ancora che il vostro problema con il glutine deriva solo dalla pasta), grassi e olii vegetali (il metabolismo cola a picco anche solo a sentirne parlare), per non parlare del resto.

Una indagine di One Green Planet raccomandava appunto ai consumatori di NON comprare burger vegetali con questi ingredienti.

  1. Olii e grassi vegetali.
    Dall’olio di canola all’olio di semi di girasole fino all’olio raffinato di palma, questi olii derivano da processi di raffinazione, e spesso da materie prime OGM (olio di mais, olio di soia).
  2. Proteine vegetali in polvere.
    Proteine della soia in polvere, proteine di piselli o legumi, proteine del frumento. Sono estratti ad alte temperature dalle materie prime, vengono aggiunti conservanti e coloranti.
  3. Coloranti naturali.
    Spesso usati per dare un colore scuro al vostro burger, di naturale non contengono nulla.
  4. Dado.

La soluzione?

Facciamoci i nostri burger vegetali da soli. Bastano dei legumi ridotti in purea, poco pangrattato (anche senza glutine) o pane integrale o ancora cereali integrali, pezzetti di verdura, erbe aromatiche e spezie.

Ecco due ricette per provarli.
BURGER VEGETALI AI CECI
BURGER DI LENTICCHIE