Come andare in palestra senza demotivarsi (o impazzire)

palestraNegli Stati Uniti, la sedentarietà è considerata pericolosa come il vizio del fumo: senza voler esagerare fino a credere che il pantofolaio e chi si fuma tre pacchetti di sigarette al giorno abbiano gli stessi problemi di salute, o corrano gli stessi rischi, è però vero che moltissime persone sottovalutano l’attività fisica, e soprattutto disdegnano le palestre, che vengono difatti prese d’assalto in determinati periodi, nei mesi caldi in cui la gente vuole dimagrire (gennaio, maggio-giugno, settembre-ottobre) e disertate o quasi per il resto del tempo. Finisce così che la gente, per non andare in palestra, scelga di mantenersi attiva in altro modo, per esempio andando a correre, camminando tutti i giorni, facendo ginnastica a casa. Tutte cose sicuramente importanti, ma ancora più facili da abbandonare della palestra stessa.
Il motivo principale è la motivazione. In parole povere: ma chi ce lo fa fare?
Esattamente quanto tempo dobbiamo aspettare per vedere i primi risultati?
Come facciamo a trovare stimolante o divertente un’attività ripetitiva, che ci occupa magari ore tra andare, tornare, farsi la doccia, fare riscaldamento e infine esercitarsi?
Il secondo motivo, a parte la motivazione (che include anche aspettative mancate, noia e via dicendo), si chiama “body acceptance”, ed è una cosa a cui negli ultimi anni, personal trainer con decenni di esperienza alle spalle e delle palestre da mandare avanti, hanno iniziato a fare caso esattamente come psicoterapeuti e nutrizionisti. Il motivo? (segue a pagina due)

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