Deficit di attenzione e iperattività: c’entra la dieta materna

La causa di un deficit di attenzione e iperattività nei bambini secondo un nuovo studio va ricercata nell’alimentazione in gravidanza della mamma.

Si è visto infatti che le mamme in attesa che assumono troppi acidi polinsaturi omega6 aumentano il rischio che i loro bambini sviluppino una sindrome da ADHD intorno ai sette anni.

Special modo se questo consumo avviene negli ultimi mesi della gravidanza.

ADHD NEI BAMBINI: LA CAUSA PUÒ ESSERE LA DIETA DELLA FUTURA MAMMA

A stabilire un nesso tra l’alimentazione delle future mamme e il rischio di deficit di attenzione e iperattività è un nuovo studio condotto dal Barcelona Institute for Global Health e pubblicato sulla rivista Journal of Pediatrics.

Analizzando i dati di 600 bambini spagnoli e incrociandoli con i campioni precedentemente raccolti dal cordone ombelicale delle loro mamme, i ricercatori hanno visto che a più alte concentrazioni di acidi grassi omega6 nel plasma materno corrispondeva un maggiore rischio che i bambini a sette anni soffrissero di ADHD.
Cosa vuol dire questo in termini pratici?

Che le donne in gravidanza devono evitare di consumare troppi acidi grassi polinsaturi omega6, e bilanciarli con un adeguato consumo di pesce fresco (ovviamente cotto!).

Gli acidi grassi omega6 sono infatti più infiammatori degli omega3, anche se in parte essenziali.

Li troviamo negli olii di semi da frittura, nell’olio di soia, nell’olio di girasole, nell’olio di colza, nell’olio di arachidi.
E ovviamente nella frutta secca, nella crusca dei cibi integrali e come ingrediente in merendine, biscotti, patatine, cibi confezionati di varia natura. La parte essenziale di questi acidi grassi è minima e si stima attorno ai 6 grammi circa al giorno, mentre da uno a due grammi al giorno di omega3 sono più che sufficienti.

Ma nella dieta occidentale, gli acidi grassi omega6 sono tra i più consumati. 

Un consumo eccessivo può capitare se si consumano troppi fritti o troppi prodotti che contengono questi olii o troppa frutta secca o semi oleosi (creme spalmabili, salse, frutta secca in eccessive quantità).

La donna in attesa di un bambino dovrebbe quindi.

  • Evitare i cibi che non sono fritti in olio di oliva.
  • Non consumare cibi confezionati, sia come prodotti da forno che come salse, creme, preparati, cibi sottolio in olio di girasole, crocchette, surgelati impanati o fritti, patatine o simili.
  • Limitare il consumo di frutta secca come noci, nocciole o di arachidi o di prodotti della soia, soprattutto se già si consumano molti cereali integrali.
  • Bilanciare i grassi polinsaturi con adeguate porzioni di pesce (3 a settimana) o alghe disidratate oppure olio di semi di lino (che comunque contiene una dose di omega6, circa 15 grammi ogni 100).Per saperne di più: guida alla corretta alimentazione in gravidanza.