Dieta americana, com’è cambiata (e il motivo per cui ci interessa)

Sempre più Americani sono obesi; una notizia che giustamente conosciamo ma che può suscitarci la seguente domanda, ovvero: “Sì, ma a noi che siamo Italiani cosa ce ne frega?”. E infatti della dieta americana non ce ne fregherebbe nulla, se non fosse per due ragioni che trovo fondamentali:
– la dieta americana ha influenzato tutto l’Occidente, tanto che potremmo pensare a chiamare la dieta americana di oggi una tipica “dieta moderna”.
– anche l’obesità in italia come in altri paesi d’Europa ha raggiunto livelli allarmanti, in linea o quasi con quelli statunitensi: sicuro che dare uno sguardo a come è cambiata la dieta americana negli ultimi quarant’anni non ci dirà nulla su come è cambiata la nostra, visto che stiamo ingrassando allo stesso modo?

Un’altra ragione importante per cui saperne di più sulla correlazione tra dieta americana, obesità e la nostra dieta può essere utile, è che molto ha a che vedere con l’industrializzazione del cibo. E così, lo statistico Nathan Yau avrebbe utilizzato i dati della Food Availability Data System per fare un quadro dinamico dei cambiamenti dietetici degli ultimi 40 anni in America, scoprendo che:
– dal 1970 al 2013 gli Americani hanno consumato molto meno latte intero (sensibilmente di meno) ma più formaggi “italiani”, almeno 3 volte al giorno. Il motivo di questa predilezione è semplice: la pizza. Gli Americani mangiano tantissima pizza e quindi anche tantissimi formaggi “da pizza”. 
– da 1970 al 2013 il vegetale più amato rimane la patata; a seguire, negli ultimi anni le verdure a foglia verde (insalate): prima invece si consumavano più pomodori e legumi.  
– dal 1970 al 2013 il consumo di burro è diminuito notevolmente a favore di olii vegetali 
– dal 1970 al 2013 il consumo di farina è leggermente aumentato, ma non così tanto come uno suppone
– dal 1970 al 2013 il consumo di manzo è notevolmente diminuito in favore del pollo. 
Queste variazioni ci dicono qualcosa? Se sì, questa cosa gioca a favore della teoria per cui i grassi non ingrassano, a saperli scegliere bene. Un decremento dei grassi saturi non ha portato infatti una tendenza al dimagrimento: il latte intero e il burro, sono anche fonti di vitamine liposolubili oltre che di grassi; sì, certo, lo sono anche i formaggi, ma se li consumi nella pizza (e se la pizza è quella americana) gli eventuali benefici sono azzerati dall’eccesso di carboidrati. Anche un aumento rilevante di olii vegetali e di pollo getta una luce inquietante sull’effetto che gli acidi grassi omega6 possono avere sul girovita di noi occidentali: il pollo è infatti ricco di questi grassi polinsaturi, così come gli olii vegetali misti.
Sarebbe bello che qualcuno facesse uno studio simile anche in Italia, per scoprire se ci sono delle differenze, e se e quanto ci hanno influenzato le tendenze occidentali sulla nostra maniera di ingrassare. Un ultimo dato, il più inquietante, riguarda la calorie: un americano medio assume circa 500 calorie in più di 40 anni fa. Tenendo conto che nel frattempo c’è stato anche il boom delle diete dimagranti, anche questo dato è strano: si tende infatti a mangiare sempre di più.


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