Dieta del dna, la nuova scoperta

Ammettetelo, sarebbe un sogno scoprire quali sono i cibi che ci fanno dimagrire e quelli che ci fanno ingrassare in modo peculiare attraverso un test genetico. Ma la dieta del DNA ancora non esiste, in barba a quanti la propongono con tanto di test genetico, e questo studio della American Society for Nutrition dimostra che ancora si sa poco sulla relazione tra DNA e alimentazione individuale, ma soprattutto che quello che si sa NON fa la differenza come speravamo.

Un campione di quasi 700 persone, alcune con genotipo FTO, un marcatore chiave per un maggior rischio dell’obesità, è stato diviso in quattro gruppi: solo un gruppo è stato informato di avere questo genotipo e ha ricevuto un’alimentazione controllata in base a queste informazioni; un altro gruppo ha avuto la stessa alimentazione ma è stato tenuto all’oscuro; i restanti gruppi hanno seguito un’alimentazione controllata non specifica ma dietetica come quelle degli altri gruppi. Risultato?

Le persone che erano state informate di avere un genotipo FTO hanno perso più peso, ma non le persone che non lo sapevano e che pure hanno seguito la stessa identica alimentazione per il loro genotipo. Cosa vuol dire questo? Che molto probabilmente il fattore di “consapevolezza” e la paura di ingrassare di più hanno influito molto più del lato genetico sui partecipanti.
Gli scienziati sono dunque dubbiosi dell’efficacia di un’alimentazione mirata rispetto a un’alimentazione dietetica standard: la dieta del DNA insomma è ancora lontana a venire, ma quello che si sa non crea differenze sostanziali nel protocollo alimentare da seguire, che deve basarsi sempre su restrizione calorica e dieta salutare.

Chiudi il menu