Dieta senza grassi sotto accusa

Spesso le persone dal fisico in forma, star del fitness e guru dell’alimentazione, nascondono dei veri e propri “scheletri nell’armadio” che vengono alla luce con il tempo, gli anni, e a danno di tutte le persone che hanno influenzato con scelte estreme di vita, che però apparivano sane alla maggior parte di noi. Dopo la celebre confessione di Marylin Diamond, che assieme al marito scrisse e inventò un metodo noto in tutto il mondo come “Fit for life”, salvo poi ammettere anni dopo che la dieta restrittiva vegetariana le aveva rovinato la salute (“ho vissuto per i primi vent’anni della mia vita con una dieta vegetariana e senza grassi e ho rischiato la vita), oggi è il turno di un’altra celebre guru della dieta senza grassi e del fitness,  Diana Moran. Bionda, fotomodella, fanatica del fitness, Diana Moran assieme a star del calibro di Jane Fonda era una vera star dell’aerobica e dell’alimentazione sana, tanto da essere soprannominata La dea verde.
Dea che oggi si sfoga sul quotidiano britannico The indipendent, dicendo che la dieta senza grassi tipica degli anni Ottanta le ha causato l’osteopenia, e che solo grazie a uno stile di vita attivo e alla sua passione dell’aerobica è riuscita a limitare i danni di uno scheletro impoverito da carenze di vitamina D e calcio.
Mangiare infatti latte scremato, margarine, formaggi senza grassi, avrebbe portato il suo corpo a non poter assumere per anni le vitamine liposolubili (A, D, E, K), che hanno bisogno appunto dei grassi per essere assorbite. Si tratta di vitamine che il corpo umano riesce a immagazzinare, così che c’è bisogno di mesi o anni perché si verifichi la carenza. Spesso gli alimenti ricchi di vitamine liposolubili hanno anche in se stessi i grassi per assorbirle: per esempio l’uovo, il burro, il latte intero, i formaggi interi, il fegato, le carni rosse. Chiaramente, se per anni la nostra alimentazione è composta da albume, formaggi scremati e latte scremato o vegetale, è facile che si creino delle carenze. La nutrizionista Zoe Harcombe sottolinea come il cibo che mangiamo deve nutrirci, e che l’industria alimentare è responsabile del commercio di quello che si può definire del “falso cibo”, che contribuisce a minarci la salute. Come ho già spiegato una volta, questo non vuol dire farsi il bagno nei grassi, ma fare scelte consapevoli, evitando tutti i cibi privati di preziose sostanze con l’illusione che i prodotti light ci faranno dimagrire.

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