Grassi idrogenati, finalmente al bando?

cappuccinoFanno malissimo alla salute, ma sono subdoli: si nascondono infatti in molti prodotti che acquistiamo nei supermercati e che non vengono dal mercato italiano (dove hanno più o meno fatto la loro scomparsa una decina di anni fa), nei preparati in polvere, e in molti prodotti da forno che acquistiamo quando mangiamo fuori casa (il cornetto vegan? e l’integrale al miele?). Parlo dei grassi idrogenati, ovvero di quei grassi che subiscono un processo di indurimento, che porta gli olii, special modo vegetali, a raggiungere una forma solida che conviene perché si conserva più facilmente ed è più adatta alla preparazione di alcuni alimenti. Un esempio su tutti? Ovviamente la margarina. Ma se nei supermercati italiani il prodotto italiano non contiene più grassi idrogenati, quella usata per la preparazione di cibi di largo consumo tra bar e caffetterie è ancora “sospetta”. Creme di caffè, preparazioni al ginseng, e ovviamente cornetti e schiume varie, o sciroppi, devono la loro consistenza ai grassi idrogenati.

Perché sono considerati dei grassi novici per la salute? Perché l’economico sistema di idrogenazione rilascerebbe acidi grassi trans, ovvero degli acidi grassi di tipo insaturo che sono correlati a obesità, malattie cardiovascolari, demenze e aterosclerosi. Questi grassi infatti sono proprio come delle vernici: il nostro corpo non le smaltisce facilmente. Ma da adesso potrebbe esserci una svolta: se buona parte dei prodotti che contengono acidi grassi idrogenati li mangiamo quando andiamo fuori, per esempio nei fast food e in molti preparati importati e poi usati nella ristorazione, la decisione della Food and Drug Administration di far scomparire tutti i prodotti contenenti grassi idrogenati dal mercato statunitense entro tre anni, potrebbe favorire indirettamente anche la nostra salute.