Il conta calorie che si attacca ai denti (letteralmente)

Le app conta calorie stanno avendo sempre più successo, ma questa nuova versione è decisamente avanti: tanto che si attacca sui denti. Non è un chewing-gum, non è un pezzetto di cibo che ti si è incastrato tra gli incisivi, ma un dispositivo intelligente che va attaccato sui denti con un piccolo patch: il dispositivo, ideato dai ricercatori della Tufts University, viene messo sui denti e dialoga con una app conta calorie inclusa nel programma, da tenere invece su pc o tablet o cellulare. Le informazioni vengono elaborate sulla base di quello che effettivamente mangiamo: la app si aggiorna quindi da sola con un sistema wireless collegata al patch dentale, mentre il suddetto patch registra il numero corretto di calorie, il quantitativo di zuccheri, grassi e colesterolo di ogni cosa che portiamo alla bocca. Può essere settato anche per comunicare il quantitativo di sale o alcol, ma anche tutti i macro e i micronutrienti.

Bello, no? Così sappiamo esattamente cosa e quanto mangiamo.
Secondo me no. Secondo me è assurdo per una serie di ragioni: la prima, è che pare di avere in bocca una stazione della polizia. Trovo giusto per tutti coloro che vogliono perdere peso avere un’idea di quello che mangiano, non mi fraintendete. Prima delle app conta calorie, incoraggiavo chi avesse problemi di peso, ma anche di digestione, di usare un diario per tenere conto sia dei cibi che delle calorie. Però già il conteggio di calorie e macronutrienti è una pratica stressante, che va abbandonata il prima possibile in favore di una dieta che possiamo intuitivamente seguire da soli, con le giuste regole. Questo perché possiamo avere delle diverse esigenze energetiche anche da un giorno all’altro, magari mangiare di più un giorno, e di meno il successivo. Questo processo di auto-regolazione si può ottenere solo lavorando su se stessi, sui propri bisogni e sul proprio senso della fame: cosa impossibile se si è costretti a registrare ogni cosa su una app.
Se un giorno non ho fame
, registrare il cibo su una app conta calorie e scoprire che magari sono sotto di 50 calorie rispetto al mio piano, mi può indurre a pensare: adesso mangio due mandorle o un biscotto (faccio un esempio: due mandorle in realtà non forniscono oltre le 15-20 calorie) così sono a posto. Anche se non mi va. Così il nostro senso di fame e sazietà va a farsi benedire, dato che il controllo è sempre esterno, mentale, e non istintivo.
Immaginate poi lo stress che può venire ad avere un controllo ventiquattrore su ventiquattro, per ogni boccone che si mangia, tramite una tecnologia super avanzata. Sarebbe come avere una persona che ci spia a ogni boccone.
Si elimina il piacere del cibo, continuando a considerarlo come un mero calcolo di macronutrienti. Si pensa al cibo come a qualcosa di giusto o sbagliato, e il nostro comportamento alimentare come virtuoso o no in base a dei numeri.
Il rischio è di farci sentire in colpa, e di aumentare il bisogno di alimenti particolari, di farci sentire più golosi.
Inoltre, i magri non ragionano così.

Un curioso documentario apparso su Channel 4, in Inghilterra, ha seguito per una settimana una donna magra, Anne Marie Martin, che, pur andando a mangiare al fast food anche 4 volte a settimana, è sempre in forma e non prende un etto. Merito del suo metabolismo? Merito del fatto che magari ogni notte si alza e corre per una maratona?
A quanto pare no. Dopo aver fatto tutte le analisi prima di seguire le sue abitudini alimentari per una settimana, i ricercatori hanno scoperto che Anne Marie aveva un metabolismo nella media per una donna della sua età. Mamma e insegnante di ballo per i bambini, è occupata come tutte le mamme che lavorano, ma pigrissima, costretta a fare un lavoro più amministrativo che di insegnante di ballo: le sue college dicono che persino per andare in bagno chiamerebbe un taxi. Inoltre mangia formaggio tutto il giorno, si concede spesso un dolce e mangia fuori senza pensare alle calorie. Il segreto? L’auto-moderazione, inconsapevole, che i ricercatori hanno scoperto in Anne Marie: la quale non mangia troppo tutti i giorni. Ci sono giorni in cui mangia pochissimo perché non ha fame, semplicemente.
L’assenza del senso di colpa sul cibo è la sua strategia inconsapevole, che la rende appagata quando fa un pasto più calorico, e le permette serenamente di sentire il suo senso di fame e mangiare meno se non ha voglia.
Potrebbe farlo se contasse ossessivamente ogni pezzetto di cibo? Direi di no.

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