Il legame tra dieta e deficit di attenzione e iperattività

Caratterizzato da livelli di disattenzione, disorganizzazione, impulsività e iperattività che rendono difficile svolgere una vita normale per le persone che ne sono affette, l’ADHD è un disturbo che avviene nella fase di sviluppo dei bambini.

E che se non trattato rischia di diventare problematico anche per l’adulto.

Di ADHD sono affetti all’incirca il 5% dei bambini di tutto il mondo, ma le percentuali non sono chiare, perché in molti casi questo disturbo non viene diagnosticato in tempo.

DIETA E DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ.
LA CAUSA È LO ZUCCHERO?

Si è detto molto sul legame tra dieta e deficit di attenzione e iperattività.
Per esempio avrete sentito senza dubbio dire che un alto contenuto di zuccheri e in particolar modo di fruttosio nella dieta del bambino è legata a un maggior rischio di avere questo particolare disturbo.

Ecco, non è così.
So che avrete letto un sacco di studi che legano l’ADHD a un aumentato consumo di zucchero, ma oggi due ricerche molto importanti chiariscono il ruolo della dieta in questo disturbo.

Finora infatti gli studi avevano semplicemente trovato una correlazione, ma non una causalità, tra il consumo eccessivo di zuccheri semplici sotto forma di snack e bevande zuccherate e ADHD.

Una nuova ricerca, del 2019, tuttavia, spiega che il consumo di zucchero non è la causa dell’ADHD e che quindi sottoporre il bambino a una dieta priva di zuccheri non aiuta mica.

Al contrario, chi soffre di ADHD consuma più zuccheri come conseguenza del dispendio energetico speso a livello cerebrale.
Non si è vista infatti un’associazione significativa tra i bambini che tra i 6 e gli 11 anni facevano una dieta più ricca di zuccheri semplici e un maggiore rischio di avere questo disturbo.

Gli esperti concordano con il risultato della ricerca, parlando di falsa credenza dei genitori. 
Questa falsa credenza è supportata da video virali e false notizie che circolano in rete.

DIETA E DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ
PIÙ QUALITÀ.

Un’altra ricerca invece individua nella carenza di vitamine e sali minerali un possibile rischio dietetico per i bambini affetti da ADHD a due livelli.

  • Nell’alimentazione gestazionale materna, che, se ricca di prodotti industriali e poco nutrienti, aumenta le probabilità di rischio infantile.
  • Con la dieta stessa del bambino.
    Anche qui tuttavia non parliamo di causa, sebbene altri studi abbiano sottolineato che alcuni additivi contenuti nei cibi industriali, come gli aromi artificiali, possono aumentare il rischio di ADHD. 

Il problema quindi non è lo zucchero in sé, ma la scelta degli alimenti.

Gli zuccheri che provengono da miele e soprattutto da frutta sia fresca che disidratata senza additivi (datteri, fichi, albicocche, uva passa), o da sorbetti di frutta fatti in casa, possono aiutare a ridurre il consumo di cibi industriali da un lato, e dall’altro fornire al bambino le vitamine e i sali minerali che magari non assume a sufficienza dalla verdura.

Latte, spremute di arancia e succo di mela bio sono una fonte di potassio e altri minerali come il magnesio, contro invece l’assoluta mancanza di nutrienti di altre bevande.

Se il bambino viene quindi abituato a questi alimenti rispetto a quelli confezionati, da un lato supportiamo la sua richiesta energetica di zuccheri semplici, dall’altro gli stiamo fornendo quelle vitamine e quei sali minerali naturali (non aggiunti) che possono sostenerlo e permettergli un’alimentazione salutare.

Inoltre, più un bambino mostra un tasso metabolico alto da iperattività, più il suo corpo ha bisogno di vitamine e sali minerali per sostenere il fabbisogno energetico.

Dunque fare attenzione alle fonti di zuccheri e fornire al bambino una dieta più salutare e nutriente può essere un modo per ridurre alcuni effetti del disturbo.

Approfondimenti. I consigli di dieta per bambini a prova di dietologo. 

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