Controllare l’ndice glicemico per dimagrire: funziona?

La teoria dell’IG come causa del sovrappeso è stata portata avanti anche in Italia.
Per esempio si vedano gli articoli della dott.ssa Sara Farnetti, del dr Pier Luigi Rossi e del dr Franco Berrino.

Ma già da qualche anno i ricercatori hanno iniziato a ridimensionare l’importanza dell’indice glicemico nella perdita di peso.

Dopo aver visto l’articolo apparsoControllare l’indice glicemico dei cibi fa dimagrire?, stavolta cercherò di riassumervi il lavoro dell’italiano Lorenzo Pansini, coach, divulgatore scientifico e ricercatore indipendente.

Il quale sostiene che la teoria dell’indice glicemico ha i suoi bei limiti.

LIMITI DELL’INDICE GLICEMICO PER DIMAGRIRE

  • I dati di indice e carico glicemico sono più sperimentali che reali.

    La misurazione dell’IG di un alimento e il relativo calcolo del carico glicemico viene da prove di laboratorio, dove pochi soggetti assumono alimenti puri in determinate condizioni: digiuno o stomaco vuoto, ecc.
    Nella vita reale noi non facciamo quasi mai pasti a base di carboidrati puri come il solo riso bianco.
    Inoltre sia l’assunzione di altri alimenti che i pasti precedenti alterano l’assorbimento dei carboidrati che stiamo mangiando. Un conto è mangiare un piatto di riso bianco con verdure e olio e a pranzo, dopo aver fatto colazione tre ore prima, un altro è mangiarlo senza verdure né olio e a digiuno dalla sera prima.
    In questo caso è chiaro che la glicemia si alzerà di più.

  • Non esiste, nella maggior parte dei casi, un valore di IG univoco per alimento.

    Chi ha visto le tabelle dell’IG degli alimenti avrà notato un range di valori che oscilla da un minimo a un massimo. Questo dipende da una serie di fattori, per esempio il grado di maturazione o cottura di un alimento. Ma c’è di più.

  • L’indice glicemico non è lo stesso neanche da soggetto a soggetto.

    Un piatto di riso bollito darà una diversa risposta glicemica a seconda se chi lo mangia è un soggetto allenato o sedentario, e persino a seconda delle sue capacità metaboliche. Quindi l’IG è soggettivo sia a seconda delle caratteristiche di un cibo che a seconda delle caratteristiche di chi lo mangia. (SEGUE A PAGINA TRE)