Controllare l’ndice glicemico per dimagrire: funziona?

  • segue: LIMITI DELL’INDICE GLICEMICO PER DIMAGRIRE

  • Non è vero che i carboidrati complessi alzano la glicemia meno degli zuccheri semplici.

    Il pane bianco alza la glicemia più del miele, dunque demonizzare gli zuccheri semplici perché alzano di più la glicemia rispetto a quelli complessi non ha senso.

  • I cibi a basso indice glicemico sono più sazianti?

    Come abbiamo visto nella premessa, si crede che se si mangia un cibo ad alto IG, dopo si avrà più fame, a causa del rapido incremento della glicemia a cui risponde l’insulina che “spazza e stocca” tutto (teoria glucostatica).
    In realtà, non esiste una relazione tra indice glicemico e indice di sazietà.
    Alcuni cibi a basso IG possono per esempio essere sazianti perché hanno più fibre o sono meno densi energeticamente (dunque più idratati).

  • Una dieta a basso IG fa perdere grasso?

    Pansini fa un’esamina degli studi che hanno correlato una dieta a basso/alto indice glicemico a dimagrimento/obesità.
    Concludendo che non ci sono chiari nessi di causalità tra l’indice glicemico degli alimenti e il grasso corporeo. Inoltre, molti studi sono stati fatti su campioni di persone sovrappeso, obese o sedentarie. Quanto più si è attivi e normopeso meno ha senso demonizzare i cibi ad alto indice glicemico.

  • L’indice glicemico ci porta al rischio di ipoglicemia?

    Quali sono i casi in cui l’indice glicemico può determinare una ipoglicemia reattiva? In un soggetto sano e a riposo, non è l’ingestione di un alimento ad alto indice glicemico a portare poi all’ipoglicemia. Invece lo è un mix di diversi fattori.
    Cibi ad alto IG e rapida assimilazione (per esempio destrosio in forma liquida) e pasto ad alto carico glicemico.
    Situazione un po’ limite, e difficilmente riscontrabile nella quotidianità.

  • Per saperne di più vi invito a leggere i quattro articoli di Lorenzo Pansini partendo da qui.