Integratori per la memoria: quali sono? Sono efficaci?

Dopo la puntata delle Iene sul caso dell’olio di cannabis che un figlio sta utilizzando con successo per il recupero delle funzionalità cerebrali della anziana mamma affetta da Alzheimer (qui la puntata), alcune persone mi hanno chiesto lumi sulla effettiva capacità di certi integratori per la memoria e per il recupero delle funzionalità cognitive.
Al momento, alcuni di questi integratori per la memoria hanno più o meno con successo passato dei trial, quindi degli studi clinici su un campione di persone. Di altri si è creato un “caso” mediatico in seguito ad alcuni che dicono di essere riusciti a tenere a bada l’Alzheimer e forme di demenza e altre malattie che presentano un declino delle capacità cognitive, ma i trial su un campione più vasto di persone non hanno portato ancora a una risposta positiva per la loro efficacia.
Vediamo insieme quali sono le sostanze naturali che possono essere usate come integratori per la memoria, e quali studi scientifici supportano la loro efficacia.

INTEGRATORI PER LA MEMORIA
L’olio di cocco, i grassi a catena media e la dieta chetogenica per l’Alzheimer: la teoria, supportata da persone che su internet hanno detto di aver avuto risultati incredibili con parenti affetti da Alzheimer o demenza senile, è che alla base di queste malattie c’è un problema metabolico delle cellule cerebrali, che non riuscirebbero a ottenere abbastanza energia dal glucosio come le altre. Problema che potrebbe essere “aggirato” facendo in modo che il corpo ottenga energia dai grassi, al posto degli zuccheri (il cervello è un organo sensibile all’insulina). Al momento sono stati fatti degli studi sull’efficacia dei grassi a catena media, tra cui l’acido caprilico e l’olio di cocco, ma sono studi condotti dalle stesse aziende che ne promuovono i prodotti.
La Alzheimer’s Society ha riferito che non esistono ancora prove scientifiche sull’efficacia di simili trattamenti.

Omega3: un’integrazione di grassi omega3 aiuterebbe le funzionalità cognitive anche in soggetti affetti da Alzheimer o altre forme di demenza purché lievi o al primo stadio. Gli Omega3, più che come cura, andrebbero presi come integrazione vita natural durante, già dopo i sessant’anni di età perché è dimostrato che migliorano le capacità cognitive. Al momento le metanalisi più accreditate sul trattamento di malattie sono state fatte sui topi, non sugli uomini, e mostrano una riduzione dell’attività della beta-amiloide (proteina che distruggerebbe le sinapsi) e una riduzione dei danni neuronali “sul lungo termine”, ma a livello moderato, tanto che gli esperti invitano alla cautela (fonte, fonte). Quindi gli omega3 sono accreditati a livello “preventivo”, ma non curativo. In commercio esiste una bevanda nota come Suvenaid, a base di omega3, che può essere utile a livello preventivo. 

Vitamina D: l’idea che un’integrazione di vitamina D possa essere utile contro le malattie del declino cognitivo nasce dall’evidenza che, nelle persone affette da morbo di Alzheimer e altre demenze, i livelli di vitamina D sono molto bassi (fonte).
Dal punto di vista clinico, però, non ci sono ancora studi accreditati che hanno dimostrato un miglioramento delle capacità cognitive nei soggetti affetti da demenza trattati con la sola vitamina D, mentre risultati positivi ci sono stati nell’integrazione di vitamina D assieme alla terapia farmacologica di memantina (fonte). Tuttavia è assodato che una carenza di questa vitamina sia positivamente associata a un maggiore rischio di declino cognitivo nei soggetti anziani (fonte), in particolare per il tipo D3 (colecalciferolo).  L’integrazione è considerata sicura, purché non ecceda le dosi, per gli anziani, di circa 2300 UI giornaliere, e deve essere sempre e comunque valutata con il medico curante.

Trattamento con antiossidanti naturali: alcuni studi sono stati effettuati su delle sostanze che svolgono una forte azione antiossidante, tra cui le vitamine E, C, e l’acido alfa lipoico. Si è visto che, sebbene una terapia a base di vitamina C, E e ALA dia dei risultati nella riduzione dello stress ossidativo cerebrale, non è altrettanto utile a livello “curativo”. La prevenzione sarebbe utile sopratutto a livello dietetico, ovvero con un’integrazione naturale, e non di sintesi, di queste sostanze.

In sintesi: le sostanze considerate come integratori naturali per la memoria esistono, ma al momento vengono spesso menzionate nella prevenzione delle demenze senili, e non nella loro cura. Per questo motivo gli esperti invitano alla massima informazione e cautela.

Per approfondimenti: la dieta MIND contro l’Alzheimer.