La dieta B Factor o dieta Biale

grassobrunograssovbrunobilanciaLo scorso anno uscì questa dieta, La dieta B Factor, scritto dalla nutrizionista Samantha Biale, che in tre step suggeriva come perdere peso e mantenere una forma invidiabile per sempre. Biale partiva dal presupposto che su questo blog ho affrontato più volte: davanti a ragazze stecche e anoressiche che si sorridono sui cartelloni pubblicitari e ci spingono a considerare che “magro è bello” (e vincente), a nessuno interessa alimentarsi bene e in modo corretto per la propria salute, quanto raggiungere quella forma invidiabile in un modo o nell’altro, a tutti i costi e con qualunque mezzo o scorciatoia. Si vogliono risultati facili e veloci. Molte persone non fanno in tempo a iniziare una dieta che già sbuffano e scalpitano perché la bilancia stenta, stranamente, ad assecondarle.
Così’ come me, anche Samantha Biale afferma di non essere “nata magra”, ovvero di non essere tra quelle fortunate che hanno un metabolismo veloce (fortunate solo da un certo punto di vista, ma non sottilizziamo) ma di essere una donna normale, che però ha ben chiare le regole della corretta alimentazione. La strada più ovvia ma non sempre facile per raggiungere un peso forma, e non doversi più più preoccupare, se non in modo limitato, dei chili di troppo. Non ci sono scorciatoie per il dimagrimento. O si mangia correttamente o si dimagrisce stressando noi e il nostro corpo. Ma torniamo al libro della dieta B Factor di cui qui potete trovare l’anteprima. Il punto è che a tante belle e giustissime parole, lo step successivo dovrebbe corrispondere a un piano dietetico corretto.
Dopo questo interessante prologo sull’importanza di una corretta alimentazione, però, la Biale consiglia una prima fase a base di pasti sostitutivi, definendoli sani, pratici ed economici. Sì, le tanto odiate barrette per perdere peso. Barrette che sono pseudocibo, che potrebbero essere sostituite da uno snack più leggero costituito da cibo vero, ma no, meglio iniziare con il trucco delle barrette per motivare meglio le persone e affamarle fino a cena. Anche sul sito della nutrizionista, vediamo che il mantra delle calorie sostituisce un po’ troppo l’idea della corretta alimentazione, per esempio nel test, misura il tuo QI alimentare. Ce la giochiamo tra vitello tonnato e salumi per trovare in una differenza di cento calorie  un punto a favore dei salumi, che, dice la nutrizionista “Non a caso, sono previsti persino dalla dieta mediterranea sino a 3 volte a settimana come fonte di proteine nobili.” Sul serio? In quale dieta mediterranea sono previsti salumi tre volte a settimana? Supera persino il tetto massimo di consumo di carne rossa, non a caso al vertice della piramide. La porzione concessa al massimo in una settimana è una (una, non tre) e alcuni esperti la vorrebbero di 50 grammi di salumi e non di cento.
Insomma, se i presupposti teorici sono questi, da quanto letto nel libro a quanto trovato nel sito della nutrizionista, sono scettica sulla dieta B Factor, che per me rimane da evitare (o da saltare nel primo step).