La dieta di Jill Cooper a effetto anti-age

Come mangia Jill Cooper, la celebre conduttrice e coach americana che in Italia è famosissima e ha anche partecipato al metodo Dieta Social? E’ lei stessa a raccontarlo in un video (questo è il suo canale), in cui spiega segreto della sua forma fisica a tavola.

E infatti Jill Cooper ha una forma pazzesca: merito dell’allenamento e non solo, come vedremo.
Alle soglie dei 50 anni, sembra molto più giovane e in forma della media delle sue coetanee.
Ma come fa? Essenziale è il movimento, spiega. E a tavola?

La dieta di Jill Cooper si basa sull’intermittent fasting, ovvero di un metodo di digiuno intermittente di cui vi ho già parlato in precedenza molte volte. Il digiuno intermittente si basa su un periodo di digiuno alternato a un periodo di alimentazione all’interno delle 24 ore, e in genere va dalle 12 alle 16 ore consecutive di digiuno.
Si mangia nel tempo rimanente. Questo in pratica si traduce nel saltare la colazione, farla molto tardi o fare una cena molto presto. Nel caso di Jill, lei segue 13 ore circa di digiuno (comprese le ore del riposo notturno), finendo di cenare entro le nove di sera e facendo colazione alle dieci/undici di mattina.

Jill spiega di avere adottato questo metodo come strategia anti-aging, ovvero per prevenire l’invecchiamento.
La sua formula delle 13 ore di digiuno è molto semplice da seguire e le permette di contrastare l’azione dei radicali liberi, migliorare la digestione, migliorare il metabolismo.

Cosa mangia allora nelle restanti ore?
Jill Cooper usa il metodo Nutribullet. Il Nutribullet è una delle migliori marche di frullatori al mondo. Questo speciale frullatore permette di mantenere inalterati vitamine e sali minerali di frutta e verdura con un sistema per cui il cibo non viene mai surriscaldato, in quanto agisce molto velocemente, e a differenza delle centrifughe e degli estrattori permette di conservare le fibre. Le fibre, spiega Jill, sono importanti per l’intestino, perché hanno un’azione prebiotica, ovvero salvaguardano i batteri buoni e mantengono la funzionalità intestinale.
Per interderci il Nutribullet è questo qui. 

Vediamo più in dettaglio la dieta di Jill Cooper, scoprendo cosa mangia esattamente.

LA DIETA DI JILL COOPER

Colazione (ore 10/11): frullato con il Nutribullet a base di bevanda al cocco senza zuccheri, frutti come ananas (compreso il gambo), verdure come carote e cetrioli, una mangiata di frutti rossi congelati. Un caffè.

Pranzo (ore 15): piatto di verdure miste, che può essere insalata o mix di verdure cucinate in altro modo, in accoppiata con del riso e un filo di olio, a cui si può aggiungere una piccola quota di proteine magre come tonno, pesce bianco, o un po’ di salmone.

Cena (ore 20): una porzione abbondante di verdure (Jill consiglia di variare molto), poco riso o patate dolci, un piatto a base di legumi, che può essere un burger vegano di legumi, hummus, legumi cotti.

Dopo cena (entro le 21), un altro frullato con il Nutribullet a base di bevanda al cocco, una piccola banana, una manciata di frutti rossi congelati.

Eventuali spuntini nel corso della giornata: frutta disidratata, semi oleaginosi come mandorle, succo di arancia.

Digiuno dalle 21 alle 10 del giorno dopo. 

A questo piano alimentare Jill aggiunge un’integrazione di vitamine, sali minerali e antiossidanti per mantenersi in forma.

La dieta di Jill Cooper verdetto di Dcomedieta:
bene per il fatto che ci sia tanta frutta e verdura, bene l’idea del digiuno intermittente, non condivido l’idea di scegliere pochi tipi di carboidrati complessi, ovvero riso o patate dolci, sia a pranzo che a cena, perché secondo Jill “il pane fa ingrassare”. Almeno si potrebbe variare con altri tipi di cereali. Mangiare riso tutti i giorni o limitarsi a delle patate dolci o delle barbabietole mi sembra restrittivo.

Il rischio è quello di fare una dieta monotona. L’esclusione di uova e formaggi stagionati poi può portare a carenze di vitamine liposolubili, special modo di tipo A e D, che tuttavia sono essenziali per un buon metabolismo e che possono sì venire da fonti vegetali, come il betacarotene nelle patate dolci, ma che sono maggiormente biodisponibili in uova e formaggi. Tutto dipende dalle ragioni per cui ci alimentiamo in un certo modo. Posso concordare sulle ragioni “etiche”, ma non essendo Jill vegana, non vedo perché variare. Ho l’impressione che abbia una tendenza a categorizzare i cibi in buoni o cattivi. Ha senso per le patatine in busta, non ha senso per le uova.
Tenendo anche conto che Jill è una sportiva, la dieta mi sembra poco varia e poco supportiva per un’atleta sebbene senza dubbio salutare.
Voto: 7.5 (ma dieci in simpatia!)