Con la dieta part-time dimagrisci per sempre

Una dieta part-time per perdere peso e mantenere al tempo stesso un metabolismo sano, evitando l’effetto controproducente del ritorno del peso nella fase del mantenimento.

Uno studio di cui vi avevo già parlato, quello dell’Università della Tasmania su due campioni di persone obese.

Dei due campioni uno era a dieta da 16 settimane, l’altro a dieta da 4 settimane di fila per poi mangiare normalmente per due settimane e riprendere la dieta per altre 16 settimane.

Il team scientifico aveva scoperto che chi faceva una dieta con degli intervalli in cui tornava a una normale alimentazione non aveva problemi metabolici né di riaccumulo del peso perso alla fine della dieta.

Oggi invece un nuovo libro, “The Part-Time Diet (La dieta part-time) scritto dal professor Michael White racchiude tutti gli studi sull’effetto yo-yo e di perdita di peso a lungo termine, confermando quello già scoperto dai ricercatori.

LA DIETA PART TIME

Michael White avrebbe infatti notato che il rallentamento del metabolismo avviene in modo netto già dopo le prime quattro settimane di dieta ipocalorica.
E che se vogliamo evitare di prendere il peso perso, è opportuno fare una pausa dalla dieta.

Anche Lyle McDonald, noto fisiologo e chinesiologo sportivo, aveva parlato delle “pause dalla dieta” con il metodo della Full Break Diet.

McDonald era arrivato alle stesse conclusioni dei ricercatori universitari e del dottor White.

Fare 4 settimane di dieta ipocalorica e poi tornare alle calorie di mantenimento per due settimane.

Perché la dieta part-time funzioni, dopo le prime quattro settimane di dieta, occorre farne due mangiando le calorie bastanti a mantenere il nuovo peso.

Poi riprendere la dieta per altre 4 settimane, farne 2 di pausa secondo il nuovo fabbisogno calorico e così via.

Se il nostro metabolismo prima della dieta era di 2000 calorie e ci siamo messi a dieta per 4 settimane a 1400 o 1500 calorie, dimagrendo 2 chili, il nostro nuovo fabbisogno sarà di 1950 calorie.

E’ ovviamente solo un esempio, ma per capire come metterlo in pratica vi suggerisco questo articolo: Fabbisogno calorico giornaliero, come determinarlo.

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