Oggi rilancio una piccola provocazione a partire da un articolo molto interessante uscito per Vox: come molti di voi hanno avuto modo di constatare, infatti, negli ultimi anni si fa un gran parlare di argomenti come
– dieta personalizzata o dieta su misura
– nutrizione o ginnastica funzionale (e quando chiedete funzionale a cosa? ottenete dieci risposte diverse)
– nutrigenomica, dieta genetica, e via così
fino ad arrivare alla retorica del: siamo tutti diversi, quello che funziona per me non funziona per te, e via dicendo.

Ebbene, se in via generale possono apparirci tutti argomenti sensati (è vero che siamo diversi, ma è ovvio che siamo diversi), anche il discorso della personalizzazione rischia di essere distorto a favore del marketing, e senza che, al di là dei paroloni, ci sia un vero fondamento scientifico alla sua base.
Dunque un conto è chi ti fa dei giustissimi e sacrosanti esami per capire come impostare il tuo piano nutrizionale e il tuo piano d’allenanento, un altro è il servizio che si presenta come personalizzato e funzionale quando non lo è.
Per farvi capire di cosa sto parlando e aiutarvi a capire e a non cadere trappola di un ennesimo falso mito, analizziamo quando il ricorso alla personalizzazione diventa esagerazione e quindi marketing.

Quello di cui parlava l’articolo apparso su Vox è la nascita di una nuova app/servizio che dal 2017 farà diventare personalizzato il vostro obiettivo di perdita di peso: Habit. Habit, al costo di circa 300 dollari, infatti promette dal 2017 di poter stilare un piano personalizzato sulla base di un misterioso algoritmo e delle analisi fatte su un campione del vostro sangue e della vostra saliva. Suona stupefacente, avveniristico.

E lo è un po’ troppo, un po’ come quei guru della salute che parlano di nutrigenomica senza mai dire che questa branca della scienza è ancora neonata, e che dalle attuali conoscenze nutrigenomiche risulta impossibile impostare una dieta personalizzata basata su di esse. (SEGUE A PAGINA DUE)