La dieta vegetariana non è ecosostenibile?

La notizia del giorno lascerà moltissime persone perplesse, soprattutto se al posto di leggere questo articolo per primo, dove riporterò i dati ufficiali della ricerca alla base della notizia, leggeranno le conclusioni di molti articoli che stanno apparendo adesso in rete. La notizia è la seguente: una dieta con un maggiore consumo procapite di cereali integrali, legumi, frutta, verdura e pesce, del tipo DASH o dieta vegetariana o pesco-vegana o ancora vegana, che le linee guida statunitensi dell’USDA hanno dal 2010 indicato come “dieta salutare” può essere invece un serio problema per l’ecosistema, secondo i ricercatori dell’università della Carnegie Mellon.

Che hanno ipotizzato tre scenari: uno in cui tutti impariamo a moderarci a tavola e a sprecare meno cibo; uno in cui mangiamo più frutta, verdura, legumi, cereali integrali e pesce tra le proteine animali, riducendo a zero il consumo di carne e derivati, latte e derivati, minimizzando quello delle uova (secondo le USDA Dietary Guidelines) senza ridurre l’apporto calorico procapite; uno in cui ci moderiamo a tavola ma usiamo i cibi del secondo scenario.

Il risultato? Solo nel primo caso si ridurrebbe l’impatto ambientale, ma sia nel secondo che nel terzo faremmo del male al nostro ecosistema, aumentando le produzioni di gas, lo spreco di acqua e di energia. Come si spiega?
Semplice: le monocolture emettono gas, e più si diffondono a tutto svantaggio di praterie e zone forestali o boschive, più per il loro sostentamento occorre acqua ed energia. Stessa cosa per le coltivazioni, mentre per paradosso il bue, mangiando erba e producendo concime, sarebbe più ecosostenibile di soia e derivati.

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