La sindrome da ultimo pasto: la conoscete?

Insomma: l’ultimo pasto dovrebbe essere pieno di cibi infernali, invece è un ricordo alimentare paradisiaco (sì, oggi ce l’ho con i riferimenti biblici), mentre i cibi buoni e sani ci regalano una vita di inferno. 
Se anche voi siete stati vittime della sindrome da ultimo pasto, allora dovete sapere che cambiare si può, e forse si deve.
Che io sono stata vittima della sindrome da ultimo pasto milioni di volte, e adesso non lo sono più. E questa è stata una liberazione. La chiave per liberarsi della sindrome dell’ultimo pasto è di smetterla di dividere il cibo in due categorie: il cibo che ci fa bene e il cibo che ci fa male. Lo so. E’ difficile. Siamo subissati da informazioni che ci atterriscono sul cibo che fa male: dolce e grasso, ipercalorico, mangiarlo ci fa venire la panza e sterminate malattie.
Ma anche lo stress ci fa venire la panza. E l’aria malsana è una causa più probabile delle malattie suddette.
Solo che non possiamo controllare tutto, il cibo sì. E invece è qui che ci sbagliamo.
Il cibo non va controllato. Il cibo è cibo. Non ha alcuna connotazione negativa o positiva.

Senza dubbio, esistono cibi più nutrienti di altri come cibi più calorici di altri. Ma non si devono escludere i cibi che amiamo dalla normale alimentazione, perché la normale alimentazione è fatta anche di questi cibi. I valori nutrizionali esistono in tutti i cibi, e con le giuste accortezze possiamo fare in modo che la maggior parte della nostra dieta sia sana senza essere sacrificante.
Come? Per esempio con la regola dell’80/20 di cui parlo qui, o ancora cercando di introdurre un alimento che amiamo ogni giorno, e un giorno con un pasto libero che può avere la pizza per esempio.
E ancora, non è detto che ciò che sia più nutriente e meno calorico faccia schifo per forza: avere più conoscenza della varietà degli alimenti ci può aiutare a conoscere sapori che non sospettavamo neanche. Io nell’ultimo viaggio che ho fatto ho mangiato per due sere di fila una vegan salad (insalata vegana): vi giuro, la prima sera l’ho fatto perché volevo tenermi leggera, la seconda sono tornata nello stesso posto per mangiarla. Mio marito ha preso il cheeseburger. In realtà i piatti viaggiavano sulle stesse calorie. Ma ho mangiato cheeseburger decine di volte, mai una insalata vegana con noci caramellate, olio di datteri, tocchetti di patate dolci saltate in padella e legumi germogliati. E non sono vegana, eh. Semplicemente, possiamo scoprire tantissimi sapori nuovi e solo lo vogliamo, e a volte questi sapori sono incredibili. Il cibo peccaminoso insomma può avere aspetti diversi.