La terapia sperimentale per bloccare la fame

Una nuova terapia in fase di sperimentazione sta dando ottimi risultati nel bloccare la fame in pazienti affetti da obesità lieve e moderata: si tratta di una crioterapia parziale del nervo vago, che verrebbe in parte congelato con un intervento di circa mezzora, completamente indolore, interrompendo le connessioni del nervo che comunicano con il cervello e regolano il senso di fame.

Secondo il dottor David Prologo, a capo della terapia sperimentale condotta dalla Emory University School of Medicine, questo piccolo intervento sul nervo vago, che consiste in un suo parziale congelamento, permetterebbe di bloccare la fame nelle persone che non riescono a mangiare meno, e accumulano così peso indesiderato negli anni.
I risultati della terapia per bloccare la fame sono abbastanza promettenti: congelare parte del nervo vago, portandolo alla sua parziale degenerazione, permetterebbe a quei pazienti obesi che non rientrano nei criteri per fare una chirurgia bariatrica di perdere peso senza sforzo, nel giro di tre mesi.

I dieci pazienti sottoposti alla procedura sarebbero riusciti a perdere in media il 3,6% del loro iniziale peso corporeo senza dieta (per un soggetto che pesa 100 chili, significa avere perso circa 3,6 chili in tre mesi senza mangiare diversamente: questo significa che in un anno si perderebbero in media 13 chili, ma che sarebbe più facile anche seguire una dieta, ottenendo maggiori risultati), ma semplicemente sentendo meno lo stimolo della fame. L’indice di massa corporea in eccesso sarebbe sceso di 14 punti in media. Tutti i pazienti dichiarano di aver sentito meno fame. La procedura per bloccare la fame con la crioablazione tuttavia non è permanente, ovvero andrebbe ripetuta una volta l’anno perché la parte di nervo vago congelata va rigenerandosi in un anno circa.