L’estratto di tè verde può essere pericoloso

Il sospetto che l’estratto di tè verde (o Camelia sinensis), combinato con altre sostanze negli integratori per dimagrire, potesse dare seri effetti collaterali, si avvertiva da un po’ di tempo, a seguito di danni gravi a livello epatico riscontrati dai consumatori di integratori naturali per dimagrire, soprattutto in pillole.  Danni epatici che in alcuni casi hanno portato a interventi di trapianto di fegato, in altri persino alla morte per intossicazione (qui e qui alcuni casi di cui ho parlato su Dcomedieta).

Adesso tuttavia gli esperti sembrano aver trovato delle conferme intorno all’estratto di tè verde, l’ingrediente in comune a tantissimi integratori per dimagrire che avevano causato problemi di salute: alte concentrazioni di estratto di tè verde sono collegate a problemi di intossicazione epatica da farmaco (DILI), questo per via delle catechine, sostanze antiossidanti benefiche per l’organismo, ma non in alte dosi. Inoltre, l’estratto di tè verde potrebbe influire negativamente sull’assunzione di farmaci, riducendone l’efficacia, e sulla pressione arteriosa (studio).

Consumer Reports ha inserito l’estratto di tè verde tra le 15 sostanze pericolose da assumere sotto forma di integratore (tra cui il Kava, l’estratto di caffeina, il riso rosso fermentato), oltre che inefficaci per la perdita di peso e/o la riduzione di alcune patologie legate alla sindrome metabolica (ipercolesterolemia, per esempio). Sia chiaro: non si parla del tè verde in sé, che quindi può essere bevuto (senza esagerare, massimo due tazze al giorno), ma dell’estratto di tè verde, che ne contiene concentrazioni più alte allo scopo di favorire il dimagrimento.

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