L’olio di cocco fa male? Una professoressa di Harvard ha di recente dichiarato che l’olio di cocco, che in questi ultimi anni ha avuto un vero e proprio boom di interesse commerciale e viene spesso menzionato come un “grasso buono” sia in realtà un alimento pericoloso per la salute. Anzi, un vero e proprio veleno. Ma andiamo per ordine.
Negli scorsi giorni la professoressa Kerin Michels, epidemiologa e insegnante presso l’Università di Harvard, ha dichiarato che l’olio di cocco fa male, anzi, è velenoso per la salute: per intenderci, si riferisce all’olio di cocco alimentare, non a uso topico.
In un video che è diventato virale, la dottoressa Michels spiega il suo punto di vista: l’olio di cocco fa male perché è un olio in prevalenza saturo (lo è per il 97% circa), e lo spiega dopo che l’American Heart Association avrebbe infatti avvertito i consumatori di limitarne il consumo. La ragione è quindi quella per cui i grassi saturi vanno limitati, e al loro posto vanno preferiti grassi monoinsaturi (olio di oliva) o polinsaturi (olio di semi di lino). Questo perché aumentano il rischio di malattie coronariche.
Un bel passo indietro, per due motivi:
– l’olio di cocco ha sì grassi saturi, ma è uno dei pochi alimenti in natura a possedere grassi saturi a catena media. Per intenderci, non quelli di una salsiccia. Questi grassi non subiscono l’idrolisi enzimatica degli altri grassi saturi, riducono la produzione di lipoproteine e hanno un effetto di riduzione dei trigliceridi. Ora: parlando di grassi, la chimica (e le catene) contano. Questi grassi spingono il corpo a una maggiore termogenesi, e hanno un effetto benefico sia sulla flora batterica che sulla regolarità intestinale. Fonti: 1, 2, 3.
– i grassi saturi sono stati oggetto di importanti revisioni scientifiche negli ultimi tempi: uno studio apparso sull’American Journal of Clinical Nutrition aveva infatti osservato che chi consumava formaggi e latticini interi non aveva maggiori probabilità di ammalarsi di malattie cardiovascolari. Lo studio è stato condotto su un campione di tremila persone, e, guarda caso, anche latticini interi e formaggi contengono acidi grassi saturi a catena media. Durato oltre vent’anni, lo studio non ha trovato un’associazione significativa tra consumo di questi grassi saturi e malattie cardiovascolari o morti per le stesse. E non è l’unico.
Uno studio di corte apparso sulla rivista Lancet, su un campione di 135mila persone, aveva sottolineato che il consumo di grassi non era significativamente correlato a una maggiore incidenza di malattie cardiovascolari, in particolare per gli acidi grassi a catena media. E’ vero, le attuali linee guida raccomandano ancora precauzione, ma le linee guida dovrebbero essere aggiornate, e grossa parte della comunità scientifica lo sta chiedendo.
Le cose non sono o tutte nere o tutte bianche. Questo non vuol dire mangiare esclusivamente olio di cocco, ma considerare le cose senza falsi allarmismi. L’olio di cocco, o in alternativa, latticini interi o formaggi possono benissimo fare parte di una dieta sana se questa dieta è anche varia. E hanno dei benefici per la salute.