Ma la dieta del supermetabolismo funziona?

Ho già parlato  sia della dieta del supermetabolismo che delle ricette della dieta, per aiutare chi la sta provando. Si tratta della celebre dieta della dottoressa Haylie Pomroy, la prima delle sue diete, quella che ha avuto più successo mondiale.

In sostanza, ogni settimana si fanno due giorni di dieta ad alto contenuto di carboidrati ma con pochi grassi, due giorni di dieta proteica e tre di dieta bilanciata ma con un contenuto di grassi maggiore. Questa variazione del menu secondo la dottoressa Pomroy alza il metabolismo, permettendo di perdere fino a 8-10 chili al mese.

Sì, è una dieta consigliabile per perdere peso, ma nonostante questo ho delle perplessità  sui risultati.
In questo articolo vedremo insomma i contro della dieta del supermetabolismo.

DIETA DEL SUPERMETABOLISMO: FUNZIONA?

La dieta del supermetabolismo della Pomroy funziona se avete almeno una quindicina di chili da smaltire. In tal caso potreste dimagrire in un mese circa sei chili, e questi per lo più li perderete nelle prime due settimane, che secondo me sono quelle che danno il vero scossone al metabolismo.

Ma no, non lo fanno diventare super. Vi spiego per bene perché.

LIMITI DELLA DIETA DEL SUPERMETABOLISMO

  • Il metabolismo è un meccanismo di auto-regolazione.

    Tende ad autoregolarsi e impara in un certo senso a organizzarsi e bruciare “anche” in base alla vostra alimentazione.
    Però non tutto il metabolismo dipende dall’alimentazione, ma soprattutto dal LAF (livello di attività fisico giornaliero) e dalla composizione corporea (rapporto tra massa magra, grassa e acqua). A ogni variazione dietetica, può seguire un calo di peso più o meno importante. Poi il metabolismo tenderà a regolarsi sul nuovo regime dietetico, e qui potrebbero già esserci le prime resistenze al dimagrimento. Ogni volta che si dimagrisce il metabolismo infatti si abbassa, non si alza, come spiego qui.

    La fase di stallo del dimagrimento, detta plateau, in genere viene dopo mesi di dieta, ma se siete abituati a fare varie diete, i risultati di dimagrimento con un nuovo regime saranno sempre minori. E’ un po’ come se il metabolismo si fosse allenato alle vostre variazioni di regime. Dopo un po’ è come cucinare per anni con la stessa padella antiaderente. A un certo punto non attacca più.

  • Si parla spesso di glicemia nel libro, ma la dieta non è a basso impatto glicemico.

    Il miglio ad esempio, presente nel menu, è un alimento ad alto indice glicemico. Le gallette di cereali soffiati idem. Demonizzati i cibi dal frumento, dalla soia e dal mais. Soprattutto nel primo caso non è chiaro il motivo. Un piatto di pasta al dente non porta a un picco di glicemia. E allora perché? Dalla lettura del libro non si capisce perché la pasta, la semola e il grano duro sono condannati alla stregua di cibi raffinati, anche nella versione integrale. A un certo punto l’autrice spiega che è per abituare il corpo a mangiare in modo vario. Ah!
    Questa è un po’ una semplificazione. E’ giusto variare nei cibi ed è giustissimo variare nei cereali, di modo da avere un’alimentazione nutriente e sana, ma non perché se mangi la pasta il metabolismo si rallenta. Questa cosa detta così non ha senso.

(SEGUE A PAGINA 2)

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