Negli ultimi tempi ho letto tantissimi articoli e un paio di libri sull’olio di cocco. A dispetto del fatto che la sua popolarità è cresciuta da sempre, il primo vero grande libro che ha spiegato al grande pubblico i vantaggi dell’olio di cocco nella dieta e nella cura della persona è stato “The Coconut Oil Miracle” di Bruce Fife. Fife è un naturopata che ha speso anni nella ricerca sull’olio di cocco, e ha creato il Coconut Reasearch Center per diffondere meriti e pregi dell’olio di cocco e di altri frutti tropicali (per esempio la papaya, altro frutto preziosissimo). Il suo libro, The Cononut Oil Miracle è al momento giunto alla quinta edizione, e troverete solo recensioni positive.

Io stessa, partendo dal mio solito e salvifico scetticismo (odio i dogma alimentari) ho iniziato dal consumare olio di cocco saltuariamente al consumarlo tutti i giorni. Personalmente ne ho tratto soltanto benefici e l’unico neo dell’olio di cocco resta il prezzo, dai cinque ai sei euro. Ne mangio almeno due cucchiai al giorno (spesso cucinandoci le verdure) e a volte lo uso come burrocacao, o per massaggiarmi il viso. Non saprei dove iniziare per parlarvi dei suoi pregi: pelle molto più luminosa, minore o azzerata fame di dolci, senso di sazietà immediato, metabolismo più veloce, digestione più veloce, molta più energia.
Chiaramente non ve lo “sponsorizzo”, ma ci sono alcuni punti che vorrei osservare con voi in merito all’olio di cocco.
– l’olio di cocco è un grasso saturo, con un grado bassissimo di deperibilità: non irrancidisce, tende a non fumare quando ci cucinate, mantiene cioè la sua struttura molecolare intatta e non sviluppa cattive sostanze con il calore.
– vi chiederete perché, se è un grasso saturo, fa bene alla salute. Documentandomi sui grassi saturi ho scoperto che hanno un ruolo fondamentale per il metabolismo e la salute cellulare. Molti studi che correlavano il consumo di grassi saturi ai problemi di salute cardiovascolare sono stati rivisti o confutati in questi anni. Nonostante l’American Heart Association consiglia di limitarne comunque il consumo, uno studio riportato sugli Annals of Internal Medicine, tra i molti altri, ha constatato che le evidenze raccolte non stabilivano una correlazione tra grassi saturi e malattie cardiovascolari, che sarebbe quindi infondata. Allo stesso modo infondata è la correlazione tra acidi grassi polinsaturi (omega6 e 3) e malattie cardiovascolari, con azione benefica dei primi. Un altro studio molto importante è stato questo. 
– non soltanto l’endocrinologo Ray Peat o la Weston A. Price Foundation, ma anche molti altri ricercatori hanno da tempo dichiarato che i grassi saturi fanno bene all’organismo, e persino alla salute del cuore, mentre sarebbero state le aziende americane, anzi, le corporation, a pilotare e finanziare studi contrari, per esempio per spingere il consumo di margarina e olii vegetali poco salubri, tra cui l’olio di soia, l’olio di palma, gli olii di semi di girasole e arachidi, l’olio di colza. Anche se non compriamo margarina, questi olii sono presenti nell’80% delle cose che mangiamo.
– è noto un esperimento che negli anni Trenta fece un agricoltore, che voleva ingrassare i suoi maiali: ci provò mettendo molto olio di cocco nel cibo, ma dopo qualche mese di accorse che i maiali erano più vivaci e visibilmente dimagriti. A quel punto provò con olio di mais, ed eliminò l’olio di cocco. I maiali ingrassarono.
– l’olio di cocco ha quindi dei benefici incredibili sul metabolismo, sulla temperatura basale, sulla regolarità intestinale, sull’ossigenazione del sangue, sull’integrità delle cellule, ma soprattutto alza le difese immunitarie e limita lo stress ossidativo. Fate la prova e iniziate a usarne poco per volta, tipo un cucchiaino due volte al giorno. Avrete meno problemi di stipsi, vi sentirete più energici, meno affamati.

Chiaramente vi invito come al solito a non prendere per oro colato né quello che dico io, né quello che trovate su internet, ma vi chiedo e vi sprono comunque a informarvi e continuare a farlo per la vostra salute e il vostro peso forma.