Pasto libero nella dieta: come impostarlo per dimagrire

Moltissime diete dimagranti oggi offrono la possibilità di fare un pasto libero, ovvero un pasto che non segue alcuna regola alimentare precisa né nella scelta del cibo né nelle sue calorie. In alcuni casi, si tratta persino di un intero giorno libero, spesso nel week end, e l’idea alla base di questa concessione è quella di non far sentire chi sta a dieta limitato nella scelta dei suoi cibi preferiti, costretto a mangiare solo alcune cose e scordarsi tutte le altre, cosa che lo metterebbe in una situazione di stress e potrebbe spingerlo ad abbandonare il piano alimentare. Insomma, il pasto libero ha una funzione psicologica il più delle volte. Significa concedersi un piccolo break per poi riprendere la dieta dal lunedì.

Ma spesso questa concessione è controproducente. C’è chi mangia troppo durante il suo pasto libero. E questo accade la maggior parte delle volte. Se dobbiamo controllare le calorie, esagerare anche se solo durante un pasto a settimana o in un giorno intero significa perdere quel vantaggio calorico che abbiamo totalizzato nei giorni di dieta. Per spiegarvelo meglio vi faccio un esempio. Mettiamo che Anna debba perdere peso: per rimanere del suo peso ha bisogno di mangiare 1800 calorie. Per dimagrire, farà una dieta da 1300 calorie al giorno. Se seguisse la dieta per 7 giorni, perderebbe circa mezzo chilo a settimana o poco meno e 2 chili al mese, perché avrebbe tagliato complessivamente 3500 calorie a settimana. Se però sceglie di fare un pasto libero, per esempio la pizza la sabato, solo con la pizza mangerebbe mille calorie in più. Questo se limita il suo sgarro alla pizza. Se poi mangia altro, per esempio un antipasto, beve una birra o si concede un dolce, mangerebbe 1500 calorie in più. Il che riduce a 2000 calorie il suo deficit calorico settimanale. Ovvero così facendo perderebbe circa 3 etti a settimana.
Un risultato abbastanza deludente, visto che comunque dal suo punto di vista Anna ha seguito la dieta per 6 giorni di fila. Basterebbe avere un po’ di ritenzione idrica per non vedere calare la bilancia.

Se poi Anna ha scelto una dieta con un giorno libero, con ogni probabilità tenderà a mangiare molto di più nell’arco di un giorno, quasi il doppio di quello che mangerebbe se non fosse a dieta, e quindi a ridurre ulteriormente il suo deficit calorico settimanale.
Avrebbe senso “soffrire” per 6 giorni se poi finisce per abbuffarsi nel giorno libero e vanificare i suoi sforzi?
Ecco, probabilmente no. Ma come riuscire a fare un pasto libero e dimagrire comunque?
L’idea è quella di scegliere alimenti diversi in modo libero, ma sempre mantenendo il deficit calorico.
Come? Tornando ad Anna, sarebbe più intelligente concedersi due o tre pasti liberi a settimana purché poco calorici.
Per esempio facendo dei pasti liberi da massimo 400 o 500 calorie complessive e riuscendo così a stare nelle 1300 calorie giornaliere anche quando sgarra. Questa idea è alla base della cosiddetta “dieta flessibile“.
Mi concedo i cibi che amo più volte a settimana ma sempre tenendo sotto controllo le calorie. 
400 o 500 calorie corrispondono a:
– un trancio di pizza al taglio
– una fetta di cheesecake
– un hamburger piccolo (senza patatine di accompagnamento)
– un etto di biscotti o un cono gelato grande
– una porzione media di parmigiana o di lasagna
Se io facessi due pasti simili a settimana, potrei continuare a seguire la dieta con più facilità perché mi sembrerebbe di stare a dieta 5 giorni su 7 e non 6 su 7, e sarei comunque in deficit calorico
Questa è la cosa che vi consiglio di fare: non un pasto libero davvero libero, ma un pasto libero che sia libero nei cibi ma comunque controllato nelle porzioni e nelle calorie. In questo modo, possiamo concedercelo anche due volte a settimana e persino tre senza sentirci a dieta.

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