Come seguire una dieta sana e moderata in 6 mosse

Per dimagrire davvero e non avere MAI PIU’ problemi di peso sono importanti due fattori.
Una dieta sana e moderata e una vita attiva.

La seconda ci permette di avere un metabolismo sempre sveglio e pimpante, che chiede energie al corpo e brucia calorie di conseguenza.

La moderazione a tavola ci permette invece di mangiare di tutto un po’ senza ingrassare e senza avere voglia di abbuffarci.
Lo so, sembra un po’ zen come discorso, ma non voglio dirvi che c’è bisogno per forza di affamarsi per stare in forma, quanto di imparare a moderarsi. Vediamo come riuscire a fare una dieta sana e moderata in 6 facili mosse.

DIETA SANA E MODERATA: COME FARLA IN 6 MOSSE

  1. Evitare di mangiare fino a che non vi fa male la pancia.

    La sazietà si impara a tavola, non dobbiamo “sentirla” solo quando siamo pieni da scoppiare. Per addestrarci alla sazietà, iniziamo il pasto con qualcosa di croccante e fibroso, come una carota o un cetriolo o un pezzo di finocchio crudo. Usiamo un piatto di un colore opposto a quello che ci metteremo dentro. Prendiamoci del tempo per mangiare e mastichiamo lentamente, guardando il piatto. Questo vademecum della tavola vi permetterà di saziarvi prima. Saziarsi equivale a sentirsi appagati dal pasto, non strapieni. In sostanza dobbiamo avere l’impressione che non abbiamo voglia di quel qualcosa in più, ma non siamo neanche dolorosamente satolli.

  2. Non riempirsi quando si mangia fuori con la scusa del pasto libero.
    DIETA SANA E MODERATA

    Il pasto libero o di sgarro è un concetto noto a chi è un atleta.

    Poi è diventato comune anche come giorno libero nelle diete. Tuttavia molte persone si concedono dei pasti liberi con frequenza bisettimanale, arrivando a mangiare più del doppio delle calorie giornaliere.
    I pasti consumati fuori sono sempre più calorici di quelli che possiamo cucinarci a casa. La soluzione non è bandirli, ma imparare a dividere i piatti con gli altri commensali o scegliere un unico piatto per il nostro sgarro. Per esempio, un pasto libero è una pizza, e non: antipasto + pizza + patatine + bevanda + dolce.

  3. Seguire una dieta di compenso di un giorno o due quando si mangia fuori.

    Per “dieta di compenso” si intende un giorno in cui si sta molto leggeri. Può essere fatta per due giorni se proprio abbiamo presenziato a una cena importante, a un evento.
    In generale, un giorno basta se abbiamo seguito la regola numero due. Qui trovi una dieta di compenso di un giorno. Qui di due giorni.

  4. Cercare un’attività fisica piacevole.

    Molte persone si sacrificano scegliendo un’attività fisica con l’intento di bruciare calorie, anche se la detestano.
    Il risultato è che nove volte su dieci l’abbandonano. In realtà esistono tantissime attività piacevoli che possono ridurre la nostra sedentarietà ed essere stimolanti. Si può correre, si può danzare, si possono fare yoga o pilates, si può andare in bicicletta. Piuttosto che andare in palestra o niente, è meglio iniziare cambiando le proprie abitudini partendo da una cosa che ci piace, che si ispira. Se dopo qualche mese o un anno l’abbiamo mantenuta, possiamo alzare la posta.

  5. Iniziare partendo dal cibo naturale. 

    Se, al posto di seguire una dieta ipocalorica, ognuno di noi pensasse a quanto deve mangiare per coprire il fabbisogno giornaliero di vitamine e sali minerali, oltre che di macronutrienti, automaticamente si mangerebbero meno schifezze. Pensiamo a due di questi: il potassio e il calcio.

    Abbiamo bisogno di circa 4 grammi e mezzo di potassio al giorno e di un grammo di calcio. Andando a vedere a quanto cibo corrisponde, scopriamo che un grammo di calcio è l’equivalente di 4 bicchieri di latte scremato o 5 yogurt, e che per arrivare a 4,5 grammi di potassio dovremmo mangiare circa 500 grammi di frutta, stesso peso di verdura e almeno una patata o un bicchiere di spremuta fresca.
    Se insomma si sposta il punto di osservazione tra quanto e cosa mangiare per essere in salute, di colpo non ci sarebbe più spazio nella pancia per i biscotti. Fateci caso.

  6. Non pensare al cibo.

    L’ansia di dimagrire produce spesso l’effetto opposto a quello che desideriamo.
    Ovvero ci fa pensare molto più al cibo. Questa cosa, per paradosso, è incoraggiata dal boom dei programmi di cucina, dei siti o dei social con canali sul cibo e via dicendo. E significa avere sott’occhio il cibo 24 ore su 24, sia come immagine che come pensiero.

    Questo ovviamente ha delle conseguenze sulla nostra fame, e sul nostro modo di mangiare. E’ più semplice fare una dieta sana e moderata quando si smette di pensare sempre al cibo, focalizzandosi su altro: interessi, conversazioni, hobby, passioni. Al contrario, quanto più tendiamo a sentirci in colpa e a ridurre le calorie, tanto più sarà difficile controllare quello che mangiamo nei momenti in cui il corpo cerca di allentare le tensioni.

    Il caso tipico è quello di chi sta dalla mattina al pomeriggio “a dieta”, ma poi arriva a casa dopo una giornata di lavoro e svuota il frigorifero.
    Anche qui, chi non ha imparato negli anni a moderarsi non ci riuscirà punendosi, ma cambiando punto di osservazione. Dal cibo alla felicità o all’appagamento che viene lavorando su se stessi.

Link utili: Come dimagrire senza fatica in 10 mosse. 


 

Chiudi il menu