Picco lipemico: che cos’è e perché è pericoloso

PICCO LIPEMICO: CHE COS’È?

Anche la definizione di picco lipemico non è precisa.

In italiano, a parlarne è stato il dottor Pier Luigi Rossi, che la definisce in questo modo. “Esso è dato dalla presenza nel sangue di trigliceridi, colesterolo, fosfolipidi, acidi grassi liberi provenienti dall’intestino e contenuti nei chilomicroni e loro remnants (lipidi esogeni) e dal fegato (lipidi endogeni). Si verifica dopo 4-6 ore da ogni pasto a seguito del picco glicemico” (fonte: Nuovi interventi terapeutici nel trattamento di sovrappeso e obesità).

Anche questa definizione rischia di essere un po’ ambigua, e fa riferimento al fasting lipidic profile.

Questo perché, diverse valutazioni nel corso della giornata possono dare anche qui risultati diversi (fonte).

Al posto di considerare il picco lipemico si potrebbe considerare più efficacemente il picco di trigliceridi post-prandiale che spesso valuta anche il picco di VLDL ovvero lipoproteine a bassissima densità.
E veniamo a noi.

Dopo tutto questo doveroso papello di spiegazioni, vediamo a pagina tre che cos’è il picco di trigliceridi post-prandiale, perché è un importante fattore nel valutare il rischio di sindrome metabolica e sovrappeso e perché è associato al diabete.

Inoltre, vedremo come limitarlo agendo sull’alimentazione. (SEGUE A PAGINA TRE)

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