Questo additivo può rallentare il metabolismo

Da tempo alcuni studi si concentrano sulle conseguenze dell’assunzione a lungo termine di una serie di additivi negli alimenti.

ADDITIVI ALIMENTARI: COSA SONO?

Per additivi intendiamo tutte quelle sostanze che vengono aggiunte a un cibo per conferirgli particolari proprietà e migliorarli dal punto di vista del gusto, della conservazione o dell’aspetto.

Per esempio sono additivi alimentari gli stabilizzanti, i coloranti, i conservanti, gli emulsionanti (come le lecitine), i dolcificanti, i correttori di sapore, di acidità, eccetera.

Sugli additivi vige una normativa, quella dell’Efsa per l’Europa (e della FDA per l’America): per cui per esempio, gli additivi sono indicati con una sigla preceduta dalla lettera E.

Alcuni sono di origine sintetica (aromi o coloranti), altri sono di origine naturale (gomma di guar, carragenina) ma hanno una lavorazione chimica particolare, altri infine sono  solo di origine naturale.

ADDITIVI ALIMENTARI E RISCHI PER LA SALUTE

Tale normativa per l’Efsa verrà rivista entro il 2020.

Questo perché negli ultimi dieci anni nuove evidenze scientifiche hanno sottolineato dei problemi di salute e sicurezza collegati all’uso di determinati additivi.
In particolare quelli utilizzati dal 2008 in poi.

Per esempio si sospetta che alcuni additivi siano teratogeni, cancerogeni o che possano avere conseguenze sulla salute di tipo ormonale.

Tra gli additivi che verranno rivalutati, la lecitina di soia, la carragenina, la gomma di guar, il diossido di silicio, alcuni coloranti, eccetera.

In attesa della nuova rivalutazione dell’Efsa, tuttavia, alcuni studi collegano l’uso di determinati additivi a problemi metabolici e ormonali.

Come nel caso di questo ultimo studio, che svela una correlazione tra un additivo molto comune e il metabolismo lento.

QUESTO ADDITIVO PUÒ RALLENTARE IL METABOLISMO

Due esperimenti, uno sui topi e uno sulle persone, ha portato alla luce nuovi rischi per la salute per il consumo di propionato di metile. Si tratta di un acido grasso a catena corta usato come solvente e aromatizzante.

Lo troviamo nei dolci confezionati, nella cosmesi, in tutti i prodotti che lo usano come aroma dolce, nei mangimi per animali , in alcuni formaggi spalmabili.

Il propionato, finora ritenuto sicuro, è impiegato in tantissimi alimenti industriali.

Uno studio apparso su Science Traditional Medicine rivela che il propionato, aumentando il glucagone e la produzione di FABP4, può portare a insulino-resistenza e obesità sia negli uomini che negli animali.

Si è visto che nei topi il consumo a basso dosaggio (come additivo) di propionato portava le cavie a ingrassare e a sviluppare insulino-resistenza. Stessa cosa nelle persone.

Gli scienziati fanno notare che i livelli di propionato (in parte lo produciamo a livello intestinale) diminuiscono in caso di perdita di peso.
Se in eccesso, tramite il consumo quotidiano come additivo alimentare, scatena un processo infiammatorio che fa rallentare il metabolismo, favorendo l’accumulo di grasso e il diabete.

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