Smettere di mangiare tanto: la fine della sovralimentazione

COME SMETTERE DI MANGIARE TANTO: LA FINE DELLA SOVRALIMENTAZIONE
1) Siate il coach di voi stessi:
essere dipendenti dal cibo significa finire per non avere una volontà propria. Ma questa volontà non è frutto di un autocontrollo, quanto della creazione di nuove regole soggettive per ridurre il problema. Se per esempio non ci si sa dosare, si dovrebbero evitare tutte quelle situazioni in cui il cibo è a portata di mano. Andare affamati al supermercato. Avere i biscotti in dispensa. Non avere cibo pronto in casa o una programmazione dei pasti, e finire per ordinare qualcosa online. Tutte queste situazioni vanno riviste.
2) Smetterla di essere clienti: per riprendere in mano la vostra vita, smettete di comprare i prodotti che amate. Che siano light, dietetici, innocui non importa. Smettete di essere clienti. Concentratevi sui cibi naturali: se la frutta non soddisfa la vostra voglia di dolce ma il pancake sì, il problema non è della frutta che non sazia. Il problema è del meccanismo per cui voi avete voglia di dolce e pensate a quel pancake, a quello yogurt alla frutta, a quella merendina. Questa non è fame, è affiliazione.
3) Create un programma e dei pasti regolari: strutturate i vostri pasti in un modo che siano sia soddisfacenti che sazianti. Colazione, pranzo o cena devono saziarvi per almeno 4 ore di seguito, e un eventuale spuntino o due, per almeno due ore. Quanti biscotti ci vogliono per essere sazi per due ore di fila? Smettetela di pensare al cibo come sfizio e appagamento di mezzora, e pensate a quello che il cibo può darvi come nutrimento reale. Smettetela di fare delle false copie dei cibi che amate. Cambiate prospettiva sul cibo. Usate solo cibo naturale, e cucinatelo nel modo più semplice possibile. Evitate di creare ricette in cui zuccheri, grassi e sale o aromi creano un mix allettante. Se mangiate un piatto di pasta con delle verdure, aggiungete solo un filo di olio. Se mangiate del salmone, abbinatelo a delle verdure e non a un piatto di pasta. Provate insomma a superare il mix micidiale di tanti grassi e tanti zuccheri e puntate alla semplicità. 
4) Fatevi qualche domanda: come mi sentirò dopo averlo mangiato? Sono sicuro che è quello che voglio davvero? E’ un alimento davvero nutriente o lo mangio solo per sentirmi meglio? Che effetto avrà sul mio corpo? Sarò capace di dire basta?
Porsi queste domande e darsi delle risposte sincere è il modo migliore di razionalizzare un impulso a ripetere, un condizionamento che è alla base della dipendenza. Bastano pochi secondi per elaborare e uscire dalla tentazione. E dopo che si sarà creato questo meccanismo, associare il cibo alle sue conseguenze, chiedersi se davvero se ne ha voglia, e via dicendo, sarà molto più facile risentire il senso di sazietà, sentirsi soddisfatti dal cibo più naturale, sentirsi più sereni e meno assillati dalla dipendenza. E, magari, sconfiggerla.